Roma, 7 ott (Velino) - Sottofondo musicale con le canzoni “un
senso a questa storia” di Vasco Rossi e “canzone popolare” di Ivano Fossati.
Salvatore Cussumano, l’ex Udeur passato al Pd, in prima fila fianco a fianco
con il dietologo Giorgio Calabrese e tra la platea l’ex ministro delle Finanze
Vincenzo Visco. È questo il clima in cui si svolge l’incontro, organizzato dal
senatore Marco Follini, tra Bersani e i suoi sostenitori dell’ex partito
popolare. Il candidato segretario ha precisato che la scelta del 25 ottobre non
riguarda solo la sua persona, ma soprattutto il percorso politico che intende
intraprendere e si è detto favorevolmente colpito dal voto del congresso in
quanto “elettore e iscritti non sono due figure estranee perché sono i
cittadini-elettori a chiederci di organizzarci. Io credo che nella prima fase
abbiamo visto che c’è bisogno di partito. È passata l’idea che non c’è un uomo
solo al comando”. E sull’identità da dare al Pd, Bersani ha spiegato: “Dire noi
siamo un partito di centrosinistra è riduttivo, è come dire abito in via
campese, ma non dici chi sei. Essere democratici vuol dire tracciare la strada
da costruire per un’alternativa di governo”. E sul leader dell’Idv, il suo
commento è ancora più glaciale: “Se Di Pietro attacca così duramente il
presidente della repubblica rompe l’unità dell’opposizione”. Per quanto
riguarda la legge elettorale Bersani ha ribadito quanto affermato ieri, ossia
che va modificata a partire dall’introduzione del voto di preferenza per i
parlamentari perché “il parlamentare non puoi nominarlo” per il resto si
dialoga prima con tutte le forze d’opposizione poi con Berlusconi. Per quanto
riguarda la sentenza della Consulta sul lodo Alfano, Bersani ha dichiarato che
“il giudizio della Corte va rispettato. Questa sentenza porta un elemento di
chiarezza, di definizione. Quindi le cariche dello Stato, diciamo Berlusconi in
particolare, è un cittadino come gli altri che nel caso deve sottoporsi a sentenza”.
Bersani inoltre non chiede le dimissioni di Berlusconi, ma ritiene che debba
concentrarsi “sui problemi che ha il paese e poi serenamente, come gli altri
cittadini, vada al giudizio”. A chi infine gli ha ricordato l'ipotesi di
elezioni anticipate Bersani ha detto ''non tocca a loro dire cose di questo
genere'', mentre su Bossi che aveva minacciato di scendere in piazza in caso di
bocciatura del lodo Alfano da parte della Consulta, è stato lapidario: “primo
accetta la Consulta, secondo il popolo non ce l’hai solo tu”.
(spk) 7 ott 2009 20:40
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