domenica 29 gennaio 2012

PD, BERSANI: BASTA CON TATTICISMI. SI APRA LA CRISI DI GOVERNO Roma - Marini ammonisce il partito: Imbarcare Vendola è tuffo nel passato. No ai nostalgici del Pci

Roma - “Ormai è chiaro: ci sono le condizioni perche' la crisi politica del governo Berlusconi, che da mesi e mesi segnaliamo, abbia finalmente una formalizzazione parlamentare. Davvero a questo punto non si capirebbero piu' tatticismi, titubanze e diplomazie. Sono convito che la crisi deve aprirsi e che la situazione vada corretta subito''''. Così il segretario del Pd Pierluigi Bersani da Varsavia, dove si trova per una riunione del Pse, ha commentato l’annuncio della presentazione di una mozione di sfiducia comune tra Fli-Udc e Api. Bersani ha poi spiegato che in questo momento “serve un grande progetto europeo sul lavoro, legare il futuro delle forze progressiste alle nuove generazioni, soprattutto al welfare e al lavoro evitando che il debito venga pagato non dalla finanza ma dalle nuove generazioni''. “'Le forze progressiste - ha concluso Bersani - hanno bisogno di coraggio e nuove scommesse: legare il proprio futuro alle dimensione europea. La dimensione nazionale è troppo difensiva. Il riformismo non puo' esistere in un solo Paese, e' necessario non abbandonare il modello sociale europeo: deve essere corretto ma non abbandonato”. Intanto un’intervista su Repubblica a Franco Marini continua ad infiammare il dibattito all’interno del partito. “Sento parlare di 'rifondare il Pd', imbarcando Vendola. E' il tuffo in un passato remoto, uno sbandamento. Se qualcuno – ha spiegato l’ex presidente del Senato - coltiva davvero questa idea la declassi a nostalgia del Pci altrimenti offre un segnale di fine dell'esperienza dei democratici'. E alla domanda di una sua possibile fuoriscita dal partito, Marini ha ribadito la sua adesione al progetto del Pd. “Io lo voglio rafforzare il Pd. Ci ho creduto molto e ci credo ancora, ritenendolo una necessita' della politica italiana. Dico che si aprirebbe un fronte assai caldo all'interno del partito perche' significherebbe rinnegare la scelta fondativa di centrosinistra. Non lo dico da ex dc o da popolare, ma da riformista. Un partito riformista che coniughi liberta' economica e giustizia sociale e che si contrapponga a un partito conservatore e' nella logica della democrazia dell'alternanza”.“Il 'pilastro Vendola' - ha proseguito Marini - chiude la possibilità di espansione verso i ceti moderati che, malgrado la crisi, sono per la loro estensione fondamentali per assegnare la responsabilita' di governare. I nostri 'nostalgici' guardino all'esperienza delle socialdemocrazie europee dove non si corre dietro ai vari radicalismi per poi allearsi con i moderati sul mercato. E' nella natura del partito riformista includere direttamente ampie fasce della rappresentanza sociale”. Parole che vengono accolte gelidamente dai fioroniani:"Marini quale valore aggiunto porta? Il malessere di cui parla, noi lo abbiamo denunciato mesi fa, vi abbiamo costruito sopra una linea politica, un movimento e attorno vi stiamo compattando un blocco sociale" e che giungono nello stesso giorno in cui il senatore Maurizio Fistarol lascia il partito per aderire a Verso Nord, il movimento di Massimo Cacciari. A giudicare positivamente il ragionamento dell’ex presidente del Senato è invece il deputato Giorgio Merlo, secondo cui: “Franco Marini, con il consueto coraggio e la nota coerenza, avverte il Pd che puo' rischiare l'implosione se si trasforma in un semplice partito della sinistra italiana. O meglio, nell'ultima tappa della storia della sinistra italiana. E' giunto il momento di avere la barra ben dritta: un ridicolo nuovismo, fatto di primarie boomerang e di rottamatori a tempo pieno e una pericolosa - e forze inconsapevole - deriva a sinistra possono essere fatali per la stessa sopravvivenza del Pd. Un allarme, quello di Marini, che dovra' essere sicuramente raccolto dalla dirigenza nazionale del partito''.
(spk) 02 Dicembre 2010 18:20

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