domenica 29 gennaio 2012

PD, ECCO L'INTESA SULLA RIFORMA ELETTORALE

Roma - Due astensioni, cinque no. Bersani: Una medicina per il sistema. Segni sferza i democrat: Non abbandonate il referendum

Roma - Il Pd ha trovato l’intesa sulla proposta di legge elettorale che arriverà in Senato entro questa settimana. Deputati e senatori democratici, riuniti nella Sala Regina di Montecitorio, contrappongono al “porcellum” un sistema misto tra uninominale e proporzionale. Il documento presentato dal Pd è stato approvato a larga maggioranza con soli due astenuti (Pietro Ichino ed Enrico Morando) e cinque voti contrari tra cui quello di Arturo Parisi, ancora convinto della necessità del ripristino del “mattarellum” (obiettivo di un’iniziativa referendaria che vede schierati molti democrat, Walter Veltroni in primis). Nel merito il sistema elettorale dei democratici prevede che un 70 per cento dei deputati sia eletto attraverso il maggioritario a doppio turno, mentre il restante 30 per cento sarebbe eletto con il sistema proporzionale su base regionale. All’inizio la proposta democratica prevedeva un 30 per cento di proporzionale, un 65 per cento di seggi attribuiti col sistema maggioritario e un 5 per cento col diritto di tribuna. Diritto che, contrariamente a quanto annunciato, non sparisce ma, da quanto si evince leggendo il testo ufficiale, si riduce dal 5 al 2 per cento - automaticamente la quota di proporzionale passa dal 30 al 28 per cento. Per quanto riguarda i collegi uninominali (il 70 per cento) vince al primo turno chi raggiunge il 50 per cento più uno, mentre al secondo turno si possono presentare tutti i candidati che al primo abbiano raggiunto almeno il 10 per cento.

“Per quanto riguarda la legge elettorale - ha spiegato il segretario Pier Luigi Bersani - ci mettiamo a disposizione al confronto delle forze politiche. Penso che il punto dirimente sia superare il porcellum e liberare i cittadini nel scegliersi i loro rappresentanti. Noi lo facciamo con un privilegio del territorio, con un meccanismo a doppio turno, con la parità di genere, 50 e 50, e con il divieto a formare gruppi parlamentari per chi non si è presentato col proprio simbolo alle elezioni. Credo che queste norme sarebbero veramente salutari, una medicina per il sistema, una vera medicina”. Sono previste inoltre norme relative all’incompatibilità e ineleggibilità dei candidati. Intanto dal fronte referendario Mario Segni esorta quanti nel Pd hanno sostenuto l’iniziativa a proseguire su tale strada, indipendentemente dall’annuncio di una proposta ufficiale nel partito.
(spk) 26 Luglio 2011 20:05

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