domenica 29 gennaio 2012

L. ELETTORALE, MORANDO: MENO DI 20 GIORNI PER FIRME REFERENDUM

Roma - Nessuno è mai riuscito a raggiungere 600 mila firme in meno di 20 giorni


Roma - “Abbiamo perso un mese per questioni burocratiche. Ora abbiamo meno di 20 giorni e nessuno è mai riuscito a raggiungere 600 mila firme in meno di 20 giorni”. Lo ha detto il senatore Pd Enrico Morando davanti ai banchetti allestiti al Pantheon di Roma dal comitato promotore della consultazione per l’abolizione della legge elettorale attuale e il ripristino del Mattarellum.
(spk) 30 Agosto 2011 18:12

PD, CECCANTI: SOSTEGNO PRODI A REFERENDUM È PUNTO DI SVOLTA

Roma - Ma non è il preludio a una candidatura del Professore per le Politiche 2013


Roma - Dopo il ‘caso Penati’, la novità dentro il Pd consiste nella ricomparsa di Romano Prodi sulla scena. “Il suo sostegno al referendum un punto di svolta per il centrosinistra ”, dichiara al VELINO il senatore veltroniano Stefano Ceccanti che però esclude che questo possa essere il preludio verso una sua ricandidatura per le Politiche del 2013. “No, è solo un servizio civico per far capire che indietro non si torna”. Il referendum, secondo il costituzionalista democrat, può essere di stimolo per convincere il Parlamento a rimettere mano alla legge elettorale. “Se la raccolta referendaria riesce - spiega Ceccanti - si apre una finestra di opportunità, altrimenti non credo accadrebbe. Il tempo ci sarebbe, basta anche solo qualche settimana se c'è un'intesa politica. In fondo le leggi elettorali sono sempre novellazioni del testo unico che resta come base”. Il senatore ritiene, infine, che non si possa trovare un’intesa parlamentare che riguardi solo il ripristino delle preferenze: “Le preferenze scardinano le forze politiche e provocano un aumento delle spese elettorali. I collegi uninominali su piccola scala sono la soluzione più adatta”.
(spk) 30 Agosto 2011 17:26

PD E CASO PENATI, BERSANI: VORREI NON CI FOSSERO OMBRE

Roma - “Come partito possiamo dire che le prescrizioni non ci piacciono: la scelta di rinunciarvi è personale, ma vorrei si arrivasse alla verità”. Anche Letta intensifica il pressing: Non può esserci alcuna macchia, dimissioni e rinuncia alla prescrizione

Roma - "In uno stato di diritto la scelta va lasciata alla persona e ai collegi di difesa, come partito possiamo dire che le prescrizioni non ci piacciono, anche se si parla di cose, di 7-10 anni fa, perché vorrei che su queste vicende non ci fossero ombre e si arrivasse alla verità". Così il segretario Pier Luigi Bersani, dalla festa del Pd di Pontelagoscuro, risponde a quanti chiedono che Filippo Penati rinunci alla prescrizione e si sottoponga al processo sulle tangenti dell’“area Falk”. Molti, infatti, sono gli esponenti del partito che oggi hanno avanzato tale richiesta. Matteo Renzi, intervistato dal “Corriere della Sera”, dice che se fosse al posto di Bersani lancerebbe “un appello pubblico a Filippo Penati perché rinunci alla prescrizione” affinché “possa provare la sua innocenza”. “Non possiamo - spiega il leader dei rottamatori - accusare Berlusconi di sfruttare la prescrizione e poi utilizzarla: suona strano”. Secondo il sindaco di Firenze, Penati “ha fatto due passi indietro (si è dimesso da vicepresidente del consiglio regionale lombardo e si è autosospeso dal Pd ndr) che a destra neanche sotto tortura... Ma dovrebbe fare anche il terzo. Sennò pare una furbizia e gli italiani non reggono più le furbizie”, afferma riferendosi alla necessità di dimissioni da consigliere regionale.

Sulla stessa linea d’onda è anche Enrico Letta, vicesegretario del partito, secondo cui “ nel Pd non può esserci alcuna macchia. Se c'è qualcuno che si è macchiato di illeciti o è anche solo sotto inchiesta una sola è la strada: dimissioni. Nessuna ambiguità sarà tollerata”. “Questa – continua Letta - è la differenza tra noi e loro. Nel centrodestra a chi è sotto inchiesta offrono di fare il ministro. Noi chiediamo un passo indietro. Il garantismo rimane, comunque, come punto fermo fino alla fine. Ma gli sviluppi processuali e le vicende emerse - conclude Letta - impongano ora dimissioni e rinuncia alla prescrizione''. Francesco Boccia, lettiano di ferro, respinge al mittente gli attacchi verso il Pd: “Siamo un partito di oltre 10 milioni di elettori e non consentiamo a nessuno giochini, né operazioni di sciacallaggio sul Partito democratico”. Boccia difende l’operato del segretario: “Bersani è simbolo di onestà e riformismo e la destra, che su questi due temi ha molte risposte da dare al Paese, cambi registro. Confondere la vicenda Penati con la vita del Pd significa tentare in maniera disperata di spostare l'attenzione dell'opinione pubblica dai disastri economici e politici, risultato dei compromessi continui tra Pdl e Lega Nord''.

Luciano Violante, ex presidente della Camera, intervistato dal “Quotidiano nazionale” sottolinea l’importanza che il partito non assuma una posizione doppiopesista: “Non possiamo essere duri e rigorosi con i nostri avversari politici e poi permissivi con noi stessi'' e perciò pone Penati davanti a un bivio: “è arrivato il momento che si decisa: o si dimette da consigliere regionale della Lombardia o rinuncia alla prescrizione. Questa situazione è in grado di risolverla solo lui. Non possiamo criticare gli esponenti del Pdl sotto processo - avverte Violante - e poi essere permissivi con i nostri esponenti, di qualsiasi livello, dobbiamo essere coerenti. Bersani ha fatto quello che poteva fare, il problema e' Penati, che deve allontanare l'ombra del sospetto dal partito''. E il Pd, per allontanare ogni sospetto, farà esaminare il ‘caso Penati’ dalla commissione di garanzia, presieduta da Luigi Berlinguer, che spiega il senso dell’iniziativa: “Allo stato attuale Penati ha tutto il diritto di difendere la sua onorabilità come qualunque altro cittadino, ma ha altrettanto diritto di farlo il suo partito. Il Pd è sano, non è malato. La corruzione politica italiana – aggiunge Berlinguer - risiede in assoluta prevalenza altrove'', anche se ''certe patologie possono albergare anche nelle migliori famiglie''.

Una decisione - quella di ricorrere alla commissione di garanzia - che la radicale Emma Bonino giudica “fuori tempo”. “Penso che sia una situazione di sistema, che riguarda i partiti e come si sostengono. Il Pd - spiega la Bonino - ovviamente lo vive con grandissimo imbarazzo, come è evidente. Potrebbe essere un’occasione per rivedere il sistema dei partiti, il loro funzionamento, le regole, il loro finanziamento. Penso che questo potrebbe interessare i cittadini, al di là delle responsabilità da accertare. Pare che invece questo non interessi nessuno, se non noi radicali''. Piero Fassino, infine, ha annunciato di voler sporgere denuncia contro Maurizio Gasparri che stamane, intervistato dal “Tempo” ha sostenuto che Penati sia solo una pedina di un sistema più ampio che coinvolge di illegalità che “circonda il gruppo dei Ds prima e poi del Pds e del Pd”.
(spk) 29 Agosto 2011 19:27

MONTEZEMOLO, MARCHIONNE: SE ENTRA IN POLITICA LO APPOGGIO

Roma - Rutelli: Bene un suo impegno ma ai salvatori della patria non crede più nessuno



Roma - “Non escludo la possibilità che ci entri, e se lo facesse, nonostante il mio consiglio di non farlo, avrebbe personalmente il mio appoggio”. Con queste parole Sergio Marchionne ha espresso il suo sostegno a Luca Cordero di Montezemolo in caso di discesa in politica del presidente della Ferrari. Marchionne, interpellato dai giornalisti a margine del Meeting di Rimini, ha definito Montezemolo “una brava persona” di cui ha “un grande rispetto”. “Abbiamo lavorato insieme tantissimo - ha ricordato Marchionne - e ha fatto un lavoro straordinario con la Ferrari. So che a livello internazionale è conosciuto, ha una grandissima credibilità come personaggio”, ma “non so – ha proseguito l’amministratore delegato della Fiat - se sia la salvezza dell'Italia, parliamo di alternative”. Francesco Rutelli, leader dell’Api, da un lato apprezza “chiunque vuol dare un contributo alla politica di questo paese è il benvenuto, perché il paese ha bisogno di energie nuove, di gente capace”, ma dall’atro lato avverte: “Ai salvatori della patria peraltro non crede più nessuno: dobbiamo tutti metterci in maniche rimboccate e dare un contributo”.

Di diverso tenore, invece, i commenti che giungono dal Partito democratico, ancora scosso dalle critiche che Montezemolo gli ha riservato dalle pagine del settimanale “Oggi” e dalle quali è scaturito un vivace battibecco con Bersani. “Vogliono discutere? Discutiamo. Vogliono solo farsi largo bombardando a destra e sinistra? Non credo sia utile al Paese”, aveva replicato il segretario Pd. Oggi è Franco Monaco, della direzione nazionale del partito, a criticare la discesa in campo del presidente della Ferrari: “Non parte bene l'avventura politica di Montezemolo. Non si doveva caratterizzare per la centratura sui contenuti e per novità di metodo? Sembra invece che ricalchi i moduli della politica più vecchia e convenzionale: con la polemica a prescindere con il Pd, dettata da un mero gioco di posizionamento, con la presunzione del primo della classe, con il reclutamento di parlamentari che non si fanno problema di un vincolo politico con chi li ha eletti. Se il buon giorno si vede dal mattino".
(spk) 24 Agosto 2011 18:59

LIBIA, IDV ATTACCA BERLUSCONI. VERNETTI: ORA ROADMAP PER DEMOCRAZIA

Roma - Per il Pd parla Lapo Pistelli: Sostegno al popolo libico, costruire nuove basi per società fondata sui diritti

Roma - "Meglio tardi che mai: finalmente anche Berlusconi ha capito che con Gheddafi non bisogna averci nulla a che fare”. Esordisce così Antonio Di Pietro nel commentare la dichiarazione di sostegno al Consiglio nazionale transitorio libico rilasciata oggi dal premier. “Se il presidente del Consiglio – prosegue il leader dell’Italia dei Valori - avesse detto nei tempi passati quanto ha affermato oggi, a partita finita, il nostro Paese avrebbe avuto certamente una credibilità diversa. Ora l'importante è che la comunità internazionale sia vicina al popolo libico per evitare che questo passi dalla padella alla brace. Il rischio che la guerra fratricida continui non è scongiurato". Critico verso l’atteggiamento del premier è anche un altro esponente dell’Idv, Felice Belisario, presidente dei senatori dipietristi, secondo cui “questo governo non era al fianco del popolo libico quando stringeva patti con il regime dittatoriale di Gheddafi, che ha negato la democrazia e ha calpestato i diritti civili. Mentre i libici soffrivano, Berlusconi baciava la mano al Rais, invitandolo persino a parlare nell'Aula del Senato, cosa che noi dell'Idv abbiamo scongiurato quando ci opponemmo anche alla firma di un trattato di amicizia che ora pesa sulla coscienza di chi l'ha votato”. “La presa di posizione del presidente del Consiglio è pavida e tardiva – conclude Belisario -, non fa altro che confermare la sua assoluta mancanza di autorevolezza che espone il nostro Paese all'isolamento nel contesto internazionale".

Dall’Udc il senatore Enzo Carra giudica invece le dichiarazione del premier “parole di buonsenso” e si augura che “la vicenda libica non si ponga come il trionfo di Nicolas Sarkozy, con una partnership di David Cameron”. “Siamo di fronte alla fine di un regime vecchio e negativo, è vero, ma vedo anche i rischi di una campagna di stampo neo-coloniale da parte di francesi e inglesi. La verità – conclude Carra - è che si profila il rischio della riedizione di una vecchia politica coloniale che la comunità internazionale e la stessa Unione europea, dovrebbero condannare". Sempre dalle file del terzo polo il deputato Gianni Vernetti si è congratulato con la Nato e con le forze d’opposizione libiche per “l’'imminente cambio di regime in Libia” che “rappresenta un fatto di enorme importanza ed un indubbio successo”. "Bene ha fatto l'Occidente insieme a molti paesi arabi moderati a sostenere fin dalle prime ore la rivolta di Bengasi”, ha proseguito Vernetti, il quale ha poi invitato l’Italia a "sostenere attivamente la transizione democratica".

Al Cnt l'ex sottosegretario agli Esteri ha chiesto "di individuare rapidamente una ‘roadmap’ con libere elezioni, stato di diritto e riconciliazione". "Auspichiamo inoltre che Gheddafi venga consegnato - ha concluso infine il deputato terzopolista - alla Corte Penale Internazionale dove risponderà per gli orrendi crimini che ha commesso in questi anni di regime e per i crimini contro l'umanità di cui è accusato dopo la repressione della rivolta dello scorso mese di febbraio”. Dal Pd giunge soltanto una breve dichiarazione di Lapo Pistelli, responsabile del partito per la politica estera. “In queste ore che segnano la fine dell’autocrazia libica di Gheddafi, continuiamo ad esprimere il nostro sostegno alla lotta del popolo libico per la democrazia – afferma Pistelli a nome di tutto il Pd - consapevoli, però, che è da oggi che comincia il delicato lavoro di costruzione di nuove basi per una società fondata sui diritti, sulla libertà e sulla partecipazione. Il Partito democratico sarà impegnato nel far sì che l’Italia e l’Europa svolgano un ruolo di appoggio in questa direzione”.
(spk) 22 Agosto 2011 19:31

CRISI, URSO: GIUSTA LA STRADA DI CASINI PER RICOMPORRE CENTRODESTRA

Roma - “La posizione responsabile di Casini, a cui è seguita quella di una parte di Fli, va apprezzata e incoraggiata perché può consentirci di ampliare e rafforzare il fronte delle riforme”. Adolfo Urso, di recente uscito dal Fli, dalle pagine di FareItalia mag, il giornale online che fa riferimento alla sua associazione, commenta positivamente l’apertura al dialogo che il leader dell’Udc ha voluto intraprendere in questi giorni. “Questa è la strada giusta – prosegue l’ex finiano - per ricostruire, sulle cose concrete che servono al Paese, il polo di centrodestra e porre le basi per una nuova e più significativa alleanza sui valori e sui programmi del popolarismo europeo”. “È importante che siano stati superati pregiudiziali e pregiudizi e che prevalga l'interesse nazionale di fronteggiare uniti la crisi, - conclude Urso - definendo insieme le riforme necessarie e non più rinviabili, dal welfare alle liberalizzazioni. La commissione per la crescita può essere una buona opportunità per valorizzare quel che unisce e definire un nuovo progetto di sviluppo anche con le parti sociali”.
(spk) 09 Agosto 2011 18:10

CRISI, PD-IDV-SEL: LETTERA BCE COMMISSARIA GOVERNO

Roma - La lettera della Bce al governo italiano? Una sorta di commissariamento dell’esecutivo. Questa l’opinione prevalente nell’opposizione, dopo la conferma da parte di Umberto Bossi dell’imminente arrivo di una missiva spedita da Jean-Claude Trichet in cui si chiede, tra l’altro, a Palazzo Chigi di anticipare di un anno il pareggio di bilancio. Francesco Boccia, a nome di tutto il Pd, in una nota chiede “al governo di informare l’opposizione passo dopo posso su tutto quello che avviene in queste ore nei rapporti con la Bce e le istituzioni comunitarie” È evidente “dai contenuti della lettera di Trichet e Draghi inviata a Berlusconi - prosegue il deputato democratico - l’invasività inedita rispetto ad una condizione ordinaria della vita politica e democratica di un Paese”. E perciò “giovedì ci attendiamo che il ministro Tremonti - conclude Boccia - si presenti alle Camere con proposte concrete nell’esclusivo interesse del Paese”. Un’altra esponente democrat, Debora Serracchiani, attacca invece direttamente Bossi, colpevole di esprimere “una profonda e dannosa incultura di governo”. Osserva l’eurodeputata Pd: “Non ci vuole molto a capire che l’affidabilità internazionale di un governo è data dalla coerenza e credibilità dei suoi maggiori esponenti, che oggi sono a un livello imbarazzante”. Però, continua Serracchiami, “c’è ancora chi, come Bossi, suppone di poter dire tutto e il contrario di tutto, e che ciò rimanga senza conseguenze. Invece è anche a causa di simili dilettanti allo sbaraglio se oggi scopriamo di essere un Paese del quale l’Europa non si fida e ormai sull’orlo dell’amministrazione controllata”.

Ancor più critici i toni sul versante Idv. Il leader Antonio Di Pietro, oltre a non giudicare una buona notizia l’anticipo della manovra, polemizza con il segretario Pdl, Angelino Alfano. L’ex Guardasigilli, ricorda l’ex pm, “aveva esordito dicendo che la politica non deve farsi condizionare dai mercati e i mercati non devono fare la politica. La Bce, infatti, ci ha ordinato cosa fare in merito alle misure anticrisi. Mi sembra che Alfano sia stato smentito clamorosamente. Ovviamente la stessa cosa vale per Tremonti e Berlusconi”. Sarcastico invece il commento di Massimo Donadi, capogruppo dei dipietristi alla Camera: “Abbiamo due nuovi inquilini a palazzo Chigi, Angela Merkel e Nicolas Sarkozy. Questo è il risultato dell’incapacità e dell’immobilismo di questo governo e di Berlusconi. Abbiamo un leader sotto tutela e un governo svuotato di sovranità, cui l’Europa detta le condizioni”. Per il presidente dei senatori Idv, Felice Belisario l’incontro tra Bossi e Tremonti è la dimostrazione della debolezza della maggioranza. “Convocare una riunione ristretta con il ministro dell’Economia, - spiega Belisario - quello stesso uomo che ha in mano le chiavi del destino dell’Italia e che allo stesso tempo non gode di un ottimo rapporto con il presidente del Consiglio, in un momento delicato come questo, non è segno ne’ di un’alleanza solida ne’ di un governo unito, come dovrebbe essere e anche apparire al mondo”. L’unica strada percorribile, taglia corto Belisario, è “andare subito alle elezioni”.

Dello stesso avviso è anche Nichi Vendola che, dalle pagine del suo blog, ha annunciato una manifestazione a Roma per il primo ottobre perché ora serve “fare piazza, intrecciare parole di verità e di ribellione, rendere visibile la voglia di cambiare, aiutare l’Italia migliore a uscire dal guscio della paura e del rancore. Il tempo dell’alternativa è ora”.”Berlusconi e Tremonti – scrive ancora il leader di Sel - sono le principali ragioni della vulnerabilità italiana e rappresentano la versione casereccia”. Anche il finiano Fabio Granata dalle pagine del suo sito scrive di sostanziale commissariamento del governo italiano da parte dell’Europa ma ricorda che anche “una destra repubblicana ed europea” deve salvaguardare “la giustizia sociale e dignità nazionale minacciate da una manovra che continua a colpire pensionati, giovani e lavoratori dipendenti, lasciando intatti i grandi patrimoni e le enormi ricchezze di alcuni settori della società italiana”.
(spk) 08 Agosto 2011 19:04

PD, FIORONI 'SALVA' TREMONTI E NON CHIEDE DIMISSIONI GOVERNO

Roma - In attesa del discorso che Berlusconi terrà domani in Parlamento, il Pd s’interroga sul futuro del governo. Se ieri Dario Franceschini, capogruppo del Pd alla Camera, sulle pagine dell’Unità ha rilanciato l’idea “una larga alleanza” per vincere le elezioni, oggi sul dibattito intervengono il vicesegretario Enrico Letta e Beppe Fioroni, uno dei leader della minoranza interna. Letta, in un articolo su Europa, scrive che il governo è alla sua “terza sfiducia di seguito. Quella delle parti sociali”, dopo le sfiducie ricevute in primavera dagli elettori col voto sulle amministrative e sui referendum e dopo la sfiducia dei mercati, arrivata col crollo della Borsa di luglio. Secondo Letta, sebbene Berlusconi detenga ancora la maggioranza in Parlamento, le opposizioni devono essere unite, perché “la sua uscita da palazzo Chigi è sostenuta da tutti coloro – elettori, parti sociali, mercati finanziari – che dovrebbero dare forza e ossigeno alla ripartenza dell’Italia”.

Il cattolico Beppe Fioroni, intervistato dal Riformista, ritiene invece che le opposizioni sbaglino nella richiesta continua di dimissioni. “Una cantilena inutile. Che senso ha – spiega Fioroni - dire ogni giorno ‘Berlusconi si dimetta’ se poi quello rimane dov’è? Rischiamo anche di perdere credibilità presso l’elettorato”. Fioroni, infine, spezza una lancia in favore di Tremonti: “per quanto sia ammaccata dalle inchieste su Milanese, rispetto ai mercati quella figura rappresenta anche una flebile attenuante per questo esecutivo disastroso. Di conseguenza sono convinto che ‘sparare’ sul ministro dell’Economia in questo momento non serve”.
(spk) 02 Agosto 2011 19:30

PENATI, CIVATI (PD): NO ALLA CLASS ACTION CONTRO LA STAMPA

Roma - “Il rottamatore democratico” Giuseppe Civati boccia la class action proposta dal suo segretario. “Ho trovato condivisibili i toni delle risposte che Bersani ha dato sul Corriere al Fatto. Non vorrei che sul versante class action, querele e simili si perdesse lucidità. Preferisco che le querele seguano quello che qualcuno scrive di sbagliato, non una reazione generalizzata. Se alcuni giornali scrivono delle cose sbagliate è giusto sanzionare però la querela deve essere un’eccezione. Un partito politico che intenta azioni legali non si sa bene nei confronti di chi sbaglia, pare che stia troppo sulla difensiva. Il problema non sono le critiche dei giornali ma la verifica di cosa è successo”. “L’importante – spiega Civati, entrando nel merito del “caso Penati” - è che noi manteniamo un profilo rigoroso, che andiamo a verificare cosa è successo e nel caso di Penati le circostanze sono molto da chiarire sotto molti punti di vista. Nel frattempo ci siamo assunti la responsabilità di chiedere un passo indietro a chi è coinvolto in inchieste come questa. Mi pare che entrambe le cose siano state fatte. Non vorrei che si riscaldasse troppo il clima perché non ne abbiamo bisogno”. Sull’ipotesi di dimissioni anche da consigliere regionale da parte di Penati, Civati chiede di vedere “come si sviluppano le indagini e poi, in una direzione o nell’altra, ci saranno ulteriori decisioni. Un conto è perdere tempo, un conto è essere frettolosi. In alcuni casi siamo stati troppo lenti, in questo caso invece mi pare di poter dire che la posizione del partito e dello stesso Penati sia molto coerente e fiduciosa nell’esito delle indagini e nello stesso tempo pronta a intervenire sotto il profilo pubblico”. “Non mi pare che Bersani abbia scaricato qualcuno – ha detto Civati rispondendo alle critiche che Gad Lerner ha rivolto al segretario Pd -. Le responsabilità sono chiare sotto il profilo morale e culturale. Dal punto di vista giudiziario è tutto da scrivere, io sarei molto cauto per cui, come è successo in passato, su una cosa così delicata preferisco che si sospenda il dibattito interno. Si cerca di darne una lettura unitaria.

Un’indagine nei confronti di Penati è un brutto messaggio non solo per chi è vicino a Bersani o Penati ma per tutto il Pd. “Detto ciò, bisogna fare della azioni positive perché non si creino più gruppi di potere, che non ci sia trasparenza. Non mi riferisco solo a Penati ma anche ad altri che sono già passati in giudicato. Stiamo attenti perché comunque la vigilanza e la sorveglianza deve essere alta. Problemi politici e di atteggiamenti riguardano anche noi del Pd. Insomma – ha concluso il rottamatore milanese – non deve essere un alibi il fatto che nel Pdl non ci sia una grande ricorrenza di episodi simili. Non dobbiamo essre meno peggio, ma migliori anche rispetto a quello che siamo”.
(spk) 28 Luglio 2011 19:36

PD, ECCO L'INTESA SULLA RIFORMA ELETTORALE

Roma - Due astensioni, cinque no. Bersani: Una medicina per il sistema. Segni sferza i democrat: Non abbandonate il referendum

Roma - Il Pd ha trovato l’intesa sulla proposta di legge elettorale che arriverà in Senato entro questa settimana. Deputati e senatori democratici, riuniti nella Sala Regina di Montecitorio, contrappongono al “porcellum” un sistema misto tra uninominale e proporzionale. Il documento presentato dal Pd è stato approvato a larga maggioranza con soli due astenuti (Pietro Ichino ed Enrico Morando) e cinque voti contrari tra cui quello di Arturo Parisi, ancora convinto della necessità del ripristino del “mattarellum” (obiettivo di un’iniziativa referendaria che vede schierati molti democrat, Walter Veltroni in primis). Nel merito il sistema elettorale dei democratici prevede che un 70 per cento dei deputati sia eletto attraverso il maggioritario a doppio turno, mentre il restante 30 per cento sarebbe eletto con il sistema proporzionale su base regionale. All’inizio la proposta democratica prevedeva un 30 per cento di proporzionale, un 65 per cento di seggi attribuiti col sistema maggioritario e un 5 per cento col diritto di tribuna. Diritto che, contrariamente a quanto annunciato, non sparisce ma, da quanto si evince leggendo il testo ufficiale, si riduce dal 5 al 2 per cento - automaticamente la quota di proporzionale passa dal 30 al 28 per cento. Per quanto riguarda i collegi uninominali (il 70 per cento) vince al primo turno chi raggiunge il 50 per cento più uno, mentre al secondo turno si possono presentare tutti i candidati che al primo abbiano raggiunto almeno il 10 per cento.

“Per quanto riguarda la legge elettorale - ha spiegato il segretario Pier Luigi Bersani - ci mettiamo a disposizione al confronto delle forze politiche. Penso che il punto dirimente sia superare il porcellum e liberare i cittadini nel scegliersi i loro rappresentanti. Noi lo facciamo con un privilegio del territorio, con un meccanismo a doppio turno, con la parità di genere, 50 e 50, e con il divieto a formare gruppi parlamentari per chi non si è presentato col proprio simbolo alle elezioni. Credo che queste norme sarebbero veramente salutari, una medicina per il sistema, una vera medicina”. Sono previste inoltre norme relative all’incompatibilità e ineleggibilità dei candidati. Intanto dal fronte referendario Mario Segni esorta quanti nel Pd hanno sostenuto l’iniziativa a proseguire su tale strada, indipendentemente dall’annuncio di una proposta ufficiale nel partito.
(spk) 26 Luglio 2011 20:05

LEGGE ELETTORALE, LE PROPOSTE DEL PD

Roma - Che il centrosinistra sia diviso sulla legge elettorale si sapeva, ma quante sono le proposte finora avanzate dal Partito democratico? Nel programma elettorale del 2008 il Pd proponeva un maggioritario a doppio turno, confermato anche da riunioni successive. A giugno poi Bersani ha presentato una proposta, ancora non nota nei minimi dettagli, elaborata da Luciano Violante e Gianclaudio Bressa che prevederebbe una legge elettorale a doppio turno con un sistema misto: il 65 per cento dei seggi assegnati col sistema maggioritario, il 35 per cento col proporzionale e un 5 per cento di seggi riservati per diritto di tribuna a salvaguardia dei piccoli partiti. Di recente il costituzionalista, ex senatore Pd, Stefano Passigli ha iniziato la raccolta di firme per l’abolizione di alcuni punti cardine dell’attuale legge elettorale, il porcellum. I quesiti Passigli prevedono il ritorno del voto di preferenza, l’abolizione dell’indicazione del candidato premier e del premio di maggioranza. In pratica un vero e proprio ritorno al proporzionale. Pier Luigi Castagnetti, invece, si sta mobilitando per dar vita a un comitato promotore e a una raccolta di firme per il ritorno al Mattarellum. Come ha ben ricordato sul ‘Foglio’ Francesco Clementi, docente di diritto pubblico comparato a Perugia, la proposta esiste già dal 2006 e consiste “nell’abrogare punto per punto le norme del Porcellum, facendo ‘rivivere’ la precedente legge elettorale: il Mattarellum”. “Sostanzialmente, si tratterebbe di far tornare operative norme già abrogate, abrogando l’abrogazione” e così “tornerebbe a vivere – spiega Clementi – quel sistema elettorale che, pur con i suoi difetti, è stato sperimentato con successo in bene tre elezioni politiche (1994-1996-2001)e che aveva garantito da un lato, ai cittadini di potersi scegliere il ‘loro deputato’ sulla base di un programma e di una coalizione, esprimendo in quella scelta, al tempo stesso una chiara indicazione di governo; dall’altro al sistema politico-sociale, la garanzia per le minoranze di essere rappresentate attraverso una quota importante di proporzionale”. È di oggi, infine, l’affermazione rilasciata ad Affaritaliani.it dal deputato Beppe Fioroni: “Presto con alcuni colleghi presenteremo una nostra soluzione pratica e precisa che nulla ha a che fare coi referendum. Non siamo il Paese del Gattopardo: quando in troppi vogliono cambiare tutto, mi viene il sospetto che non vogliano cambiare niente". (spk) 04 Luglio 2011 21:52

REFERENDUM ELETTORALE, PD DIVARICATO SUI QUESITI PASSIGLI

Roma - Ceccanti contro il promotore della consultazione, il dalemiano Orfini a favore

Roma - Entra nel vivo il dibattito sulle modifiche al “porcellum” dentro il centrosinistra. Da un lato l’ex senatore Ds - poi schieratosi con l'Italia dei valori - Stefano Passigli, promotore dei quesiti referendari per l’abolizione delle liste bloccate, del premio di maggioranza e dell’indicazione del candidato premier, dall’altra il senatore Pd veltroniano Stefano Ceccanti che giudica tali quesiti incostituzionali. “I quesiti Passigli sono tre. Due di essi – scrive oggi Ceccanti sul sito della scuola di politica Democratica - enunciano l’obiettivo ampiamente condivisibile (e condiviso) di mettere in discussione le lunghe liste bloccate: il problema è che, come sa chiunque conosca bene la legislazione elettorale e la giurisprudenza della Corte costituzionale, che quegli obiettivi non sono raggiunti e che, quindi, quei quesiti, che trainano la raccolta delle firme, non potranno essere ammessi”. “Il Comitato promotore – spiega Ceccanti - sostiene che alla Camera rivivrebbero le preferenze e al Senato i collegi uninominali. Tuttavia i quesiti sono meramente abrogativi” ma “basta guardare il fac-simile della scheda costruito sulla base di tali norme, che il quesito non tocca, per capire che non c’è nessuna riga in cui inserire una preferenza”. Per quanto riguarda il Senato lo scopo del referendum è quello di estendere a tutta Italia i collegi uninominali previsti solo nella Regione Alto-Adige. Il problema, secondo Ceccanti, è che secondo la giurisprudenza della Corte costituzionali il quesito dovrebbe essere automaticamente applicarsi per tutto il resto dell’Italia ma fuori dal Trentino Alto-Adige non vi sono altri collegi uninominali. “Una volta venuti meno i quesiti trainanti – prosegue il senatore veltroniano - dal punto di vista della raccolta delle firme, che sono quindi solo uno specchietto per le allodole, ci terremmo le liste bloccate”.

L’unico quesito che, secondo il costituzionalista Ceccanti, potrebbe essere ammesso dalla Corte è quello che “punta a smantellare il bipolarismo tornando alla proporzionale pura, ovvero alla variante assemblearista della forma di governo parlamentare, in cui i governi si formano dopo il voto, al riparo da un verdetto chiaro degli elettori”. Infatti se fosse ammesso e vincessero i sì, con una sola croce sparirebbero il premio di maggioranza, il mini–sbarramento e l’indicazione del candidato premier. La critica del costituzionalista veltroniano diventa ancora più pungente quando si avvia al confronto tra il Mattarellum, il Porcellum e gli effetti che produrrebbe un esito positivo per il Comitato promotore. “Già alcuni apprendisti stregoni delegittimarono la legge Mattarella ampliandone a dismisura la valutazione dei difetti ed aprendo così la strada al Porcellum di Calderoli. Sarebbe paradossale dovere alla fine scoprire che c’era di peggio persino del Porcellum, come lo è il quesito anti-bipolare Passigli, che toglie il diritto a decidere sui governi senza aggiungere quello a decidere sui rappresentanti”. In sostanza, la legge elettorale è ancora materia di divisione tra veltroniani e dalemiani tanto è vero che uno dei principali sostenitori del Comitato promotore è Matteo Orfini, responsabile Cultura del Pd esponente della fondazione Italianieuropei. Oggi sul suo blog Orfini spiega le ragioni per le quali parteciperà attivamente alla raccolta di firme per il referendum abrogativo. “Firmerò per il referendum – scrive Orfini - Non perché ritenga perfetta la legge che ne deriverebbe: il Pd ha la sua proposta, certamente migliore di quanto verrebbe fuori dall’abrogazione selettiva di alcune parti del porcellum. D’altra parte a un referendum non si può chiedere né di abrogare completamente la legge elettorale (non sarebbe ammissibile) né di scriverne una nuova. Quello che si può affidare allo strumento referendario è esclusivamente il compito di aprire il varco per una riforma più profonda”. “In questo caso non si tratta di scegliere tra la proposta del Pd e la legge che deriverebbe dal referendum, ma tra il porcellum e il referendum. E per come la vedo io - conclude Orfini -, sarebbe davvero incomprensibile dichiarare la mattina che non vogliamo votare con la legge elettorale peggiore del mondo e il pomeriggio far finta di non sapere che c’è un referendum che restituisce ai cittadini il diritto di scegliersi i propri parlamentari. Per questo appena trovo un banchetto, io firmo”.
(spk) 29 Giugno 2011 20:22

FLI, URSO: RIANNODIAMO I FILI STRAPPATI CON LE PRIMARIE


Roma - “Change the Right”. Questo è il titolo dell’ultimo numero di Charta Minuta, la rivista trimestrale della fondazione FareFuturo, con cui Adolfo Urso ha aperto presso la Galleria Alberto Sordi di Roma la serie d’incontri itineranti “Coffee for Italy” con cui intende riaprire un dialogo con gli ex alleati di centrodestra. Alla presentazione della rivista erano presenti, infatti, anche i senatori del Pdl Domenico Nania e Stefano De Lillo, oltre ai deputati Santo Versace e Stefania Craxi. Urso, sin dalle prime battute, ha spiegato il senso dell’incontro: “Con la formula del caffè abbiamo voluto indicare la necessità di ripartire dal dialogo e dall’incontro. Il caffè è stato per lungo tempo il luogo dove le comunità si ritrovavano e si rinsaldavano nei ricordi e nei progetti e tutti sappiamo quanto bisogno vi sia di ritrovarsi nel centrodestra italiano per riannodare fili che sono stati strappati”. Il tema principale del suo intervento è stato appunto il cambiamento, “il rinnovamento del centrodestra che passa attraverso la discontinuità con il passato, con le primarie” da aprire a “tutti coloro che si riconoscono nei valori del Ppe”.

Lo scopo di Urso è quello di riunificare tutti i partiti che in Europa sono insieme all’interno del gruppo del Partito popolare e di “ritrovarsi in un partito popolare che vada oltre i personalismi”. Anche sulla finanziaria, secondo Urso, il Terzo polo e tutte le forze d’opposizione “devono assumere una posizione responsabile così come sta avvenendo in Grecia”. A margine del suo intervento, alcuni giornalisti hanno riaperto il tema dello scontro tra falchi e colombe dentro il Fli. Il giornale online ilfuturista.it, diretto da Filippo Rossi, ha pubblicato oggi un articolo contro Urso e Ronchi dal titolo inequivocabile: “E se li cacciassimo?”. A questa provocazione Urso ha risposto: “Saremo sempre qui a confrontarci nei caffè, nei bar, nelle piazze, sempre senza pregiudiziali”.
(spk) 28 Giugno 2011 19:57

AMADORI:DI PIETRO IN FONDO BERLUSCONIANO, COMPRENSIBILE PARLI COL CAV

Roma - “Ho sempre teorizzato che Di Pietro in fondo è berlusconiano, più berlusconiano dei suoi avversari. Di Pietro è l’altra faccia del berlusconismo, è popolare, è carismatico e quindi il dialogo tra loro è comprensibile”. Alessandro Amadori, fondatore di Coesis Research, ne è convinto: Berlusconi e il suo acerrimo avversario Di Pietro “si assomigliano come personalità”. “Di Pietro è un leader pragmatico – così il sondaggista spiega al VELINO il cambio di strategia dipietrista - nel senso che volta per volta adatta le sue posizioni al momento, sceglie l’approccio tattico più utile per mantenere in vita il dipietrismo. Di Pietro è dipietrista”. La sua nuova svolta “sembra essere controproducente, in prospettiva può indebolirlo”.

Sul rapporto tra il leader dell’Italia dei valori e sul suo pupillo, il neosindaco di Napoli Luigi De Magistris, Amadori ha le idee chiare: “De Magistris è un antagonista interno, è un altro ‘berlusconiano’ e quindi Di Pietro ha applicato la regola che due galli nello stesso pollaio non possono convivere. È un personaggio che ha catalizzato un certo sentiment protestatario. È il nuovo masaniello che la città voleva”, ma quella dei rifiuti di Napoli – conclude Amadori - “è una sfida pericolosa quanto per De Magistris che per Di Pietro e può indebolire l’Idv”.
(spk) 24 Giugno 2011 20:01

FINI, CALDAROLA: A CAUSA DEI TROPPI ERRORI È UNA SCHEGGIA IMPAZZITA

Roma - “Non ho mai conosciuto un uomo che aveva motivi migliori per tutti i guai che ha causato”. Giuseppe Caldarola, ex direttore dell’Unità ed ex deputato Pd, nel suo primo editoriale per il giornale online Linkiesta.it cita il romanzo di Graham Green, "Un americano tranquillo", per descrivere la parabola politica del presidente della Camera. “Gianfranco Fini - spiega Caldarola - alla destra e al berlusconismo di guai ne ha causati tanti. Questo ‘italiano tranquillo’ nasconde dentro di sé un furore iconoclasta che forse deriva dalle antiche contraddizioni familiari con quel nonno comunista a fianco del padre fervente repubblichino”. Caldarola ripercorre gli esordi politici dell’attuale leader del Fli ricordando “i due vecchi che lo avevano preso in custodia”, Giorgio Almirante “che lo aveva imposto ai vertici del Msi come prova vivente dell’esistenza del prototipo del ‘camerata in doppio petto’” e Pinuccio Tatarella “che lo aveva spinto a sciogliere l’Msi per fondare Alleanza nazionale”. “Ma né Almirante né Tatarella – spiega Caldarola - avevano compiuto il miracolo di far diventare candido l’anatroccolo nero. La trasformazione cromatica e mediatica l’ha compiuta Silvio Berlusconi scegliendolo come partner privilegiato di governo e affiancandolo a Pierferdinando Casini nella gara infinita per la propria successione”. Dopo la condanna delle leggi razziali nel corso del suo viaggio in Israele “l’opinione pubblica lo scopre e lo premia con sondaggi che clamorosamente lo mettono in testa a tutte le classifiche”. “Quando Berlusconi sale sul predellino imponendo lo scioglimento e l’annessione dei partiti alleati lui - scrive l’ex direttore dell’Unità - dapprima lo sfotte poi, a differenza di Casini che va per la sua strada, lo affianca liquidando la sua creatura che tutti danno ormai ai minimi storici elettorali. È l’ultimo miglio che lo separa dall’incoronazione. Fini ci crede e gli dà dentro cominciando a martellare l’antico alleato. Vede la vetta ma non si accorge del dirupo”. Nell’ultimo anno,“la rottura con Berlusconi lancia Fini nell’Olimpo della politica. È lui l’uomo nuovo, quello che può spingere al ritiro il vecchio tycoon e dimostrare l’irresolutezza delle vecchie opposizioni di sinistra”.

Mentre i colonnelli dell’ex An restano fedeli a Berlusconi “la guardia regia dei suoi sostenitori è piena di giovanotti rampanti, da Bocchino a Urso e a Ronchi” e “sulla sua onda – prosegue Caldarola - acquistano la ribalta giovani intellettuali di destra che piacciono alla sinistra, da Alessandro Campi a Filippo Rossi a Sofia Ventura la cui intemerata contro le veline di governo sembra aver provocato la reazione di Veronica Lario contro il dissoluto consorte”- Se da un lato Fini, secondo Caldarola, reagisce bene agli attacchi mediatici sulla casa di Montecarlo, dall’altro “l’uomo che ha scosso l’albero, – così Caldarola definisce il presidente della Camera - sembra infilato definitivamente nel cono d’ombra. Il suo partitino viaggia intorno al 3%, Urso e Ronchi se ne vogliono andare, gli intellettuali lo hanno lasciato”. Fini, al momento presiede la Camera “consapevole che se non lo riporterà in Parlamento il Terzo Polo alle prossime elezioni, se dovrà contare sulle proprie forze, gli toccherà star fuori da tutto”. “L’elenco dei suoi errori – prosegue l’editorialista - riempie i notiziari dei cronisti politici. Molti tornano a scoprire in lui quel mix d’irresolutezza e di improvvisi furori che lo hanno trasformato in una scheggia impazzita della politica italiana. Senza più padrini è ha fatto tutto da solo e si è fatto male”. “Il merito di aver infranto l’unanimismo dell’universo berlusconiano si accompagna alla colpa di aver diviso la sua gente. I ‘motivi migliori per tutti i guai che ha combinato’ lo consegnano alla storia politica ma lo hanno cancellato dal futuro del paese. Forse - conclude amaramente Caldarola - quando nascerà una destra non berlusconiana si ricorderanno di lui. Chissa allora dove sarà”.
(spk) 23 Giugno 2011 19:00

CAMPI: SE PREMIER LASCIA DÀ SENSO A SUO OPERATO

Roma - Bene se alle parole corrispondono fatti. Ma come regola generale Berlusconi non può più essere giudicato in base agli annunci

Roma - “Ascoltando Berlusconi e guardando le facce che lo circondano sono certo che abbiamo fatto bene a creare Futuro e Libertà... Ora basta autoflagellazioni e analisi su ciò che abbiamo sbagliato a fare o a votare. Apriamo tutti insieme una pagina nuova contro questo centrodestra e questo Pdl: senza se e senza ma”. Così Fabio Granata sul suo profilo Facebook ha chiuso a ogni possibile riavvicinamento a Berlusconi e al Pdl. Nemmeno il politologo Alessandro Campi, interpellato dal VELINO, crede che Berlusconi voglia realmente lasciare la leadership del centrodestra e dar vita a un partito che si ispiri davvero al Ppe. “Come regola generale Berlusconi non può più essere giudicato in base agli annunci. Se lasciasse sarebbe utile. Se alle parole corrispondessero i fatti, Berlusconi – ha spiegato Campi - darebbe un senso al suo operato politico”.
(spk) 22 Giugno 2011 20:05

PRIMARIE: DELLA VEDOVA APRE A PDL, VASSALLO CHIUDE

Roma - Il capogruppo Fli alla Camera possibilista sulla proposta Cicchitto-Quagliariello, il politologo e deputato Pd esprime un doppio no

Roma - Ha già creato dibattito tra le opposizioni la proposta di Fabrizio Cicchitto e di Gaetano Quagliariello volta a istituzionalizzare le primarie per i candidati a cariche monocratiche elette direttamente dai cittadini. Benedetto Della Vedova, capogruppo Fli alla Camera, è possibilista, Salvatore Vassallo del Pd è assai più critico. “Penso – dichiara Della Vedova al VELINO - che dovrebbero essere i partiti a regolamentare le modalità con cui si scelgono i candidati per le elezioni dirette. Valuterò comunque con attenzione la proposta che viene da Cicchitto e Quagliariello che può essere come punto di partenza importante per una discussione che permetta di arrivare a nuovi meccanismi di selezione dei candidati”. Al politologo e deputato Pd Vassallo, invece, questa proposta non piace per due motivi.

“Il primo motivo – spiega il deputato democratico al VELINO - è che si dice che il premier non è eletto e che quindi non si possono fare le primarie. Pare un’operazione fatta apposta per negare che la leadership nazionale del centrodestra possa essere scelta liberamente dai suoi elettori piuttosto che indicata da Berlusconi su base ereditaria o di delfinato. Come sanno benissimo Cicchitto, Quagliariello e Calderisi, la pessima legge elettorale che loro hanno approvato prevede che ogni coalizione indichi, oltre al programma, il nome del capo della coalizione e quindi anche tecnicamente questa esclusione non ha ragion d’essere”. “Il secondo – prosegue Vassallo – è quello di voler limitare la partecipazione. Evidentemente anche Cicchitto e Quagliariello temono la partecipazione delle persone più libere, cioè quelle che non hanno voglia di essere preventivamente incasellate nel registro. Non è necessario. Loro dicono che questo dovrebbe impedire che una persona voti per più coalizioni ma questo problema non esisterebbe se le primarie fossero regolamentate per legge. Basterebbe votare nello stesso giorno e nelle stesse sezioni elettorali per tutti i partiti così come avviene oggi quando il cittadino entra nel seggio e prende la scheda”.
(spk) 17 Giugno 2011 20:04

FLI, CAMPI GRAFFIANTE SUL MODERATISMO DI URSO E SUI FASCIOCOMUNISTI

Roma - Alessandro Campi, ex direttore scientifico di FareFuturo, entra a gamba tesa nel confronto post-elettorale dentro Futuro e Libertà. Il politologo già ieri sera, sulla sua bacheca Facebook, ironizzava sul moderatismo delle 'colombe': “Hanno ragione Ronchi e Urso. Essendo un partito moderato, il Fli a Milano non può schierarsi a fianco degli estremisti e dei radicali. E dunque diventa obbligatorio - se le parole hanno un senso - l'apparentamento al ballottaggio con il ‘moderato’ Giuliano Pisapia”. Oggi pomeriggio, invece, a tenere banco sulla bacheca di Campi è il risultato di Latina, dove la “lista fasciocomunista” voluta dal vincitore del premio strega Antonio Pennacchi ha fatto flop.
“Dimenticavo, complimenti - scrive il politologo - agli amici ‘fasciocomunisti’ - scrive Campi - per il trionfale risultato ottenuto a Latina dalla loro lista: 0,69%. Diciamo, per essere clementi, che si è trattato di una bischerata, di un divertissement tra amici. Ma la politica è un'altra cosa. Speriamo almeno che si siano divertiti in compagnia del buon Antonio Pennacchi”. E, rispondendo a un suo lettore, Campi chiude il discorso tirando le orecchie sia alle colombe che ai falchi del partito: “Caro Stefano, le stupidaggini e gli errori non è che si compensino tra di loro. Il fatto che Urso abbia torto con i suoi insistiti e insopportabili appelli al moderatismo, non vuol dire che i ‘fasciocomunisti’ abbiano ragione con le loro provocazioni da bar sport”.
(spk) 17 Maggio 2011 19:34

AMMINISTRATIVE NAPOLI, PASQUINO: 3/30 A LETTIERI, 28 A DE MAGISTRIS

Roma - Tre trentesimi a Lettieri e 28 a De Magistris. Raimondo Pasquino, candidato del terzo polo a Napoli e rettore dell’università di Salerno, a Radio24 dà i voti ai suoi sfidanti e boccia la campagna elettorale condotta dal candidato del centrodestra, mentre premia quella dell’ex magistrato, ora europarlamentare dell’Idv.
(spk) 17 Maggio 2011 10:25

*AMMINISTRATIVE, LE SFIDE NEI COMUNI E NELLE PROVINCE

Roma - Sono 1.315 i comuni, di cui 30 capoluogo di provincia, che domenica 15 e lunedì 16 maggio saranno chiamati al voto. Di questi 1177 si trovano nelle regioni a statuto ordinario, 97 in Sardegna, 40 nel Friuli Venezia Giulia e uno in Valle d’Aosta (Ayas). Negli stessi giorni si andrà alle urne per il rinnovo di undici consigli provinciali: Gorizia, Trieste, Treviso, Vercelli, Pavia, Mantova, Ravenna, Lucca, Macerata, Campobasso e Reggio Calabria. Complessivamente saranno chiamati al voto circa 13 milioni di elettori. I seggi resteranno aperti dalle 8 alle 22 di domenica e dalle 7 alle 15 di lunedì. Le operazioni di scrutinio avranno inizio lunedì, subito dopo la chiusura delle operazioni di voto. Gli eventuali ballottaggi sono fissati per domenica 29 maggio, sempre dalle 8 alle 22, e lunedì 30 dalle 7 alle 15. La regione con il più alto numero di comuni chiamati alle urne è la Lombardia (238), seguita da Campania (151), Piemonte (147), Lazio (111), Calabria (97), Sardegna (97), Veneto (76), Abruzzo (76), Puglia (61), Liguria (47), Emilia Romagna (46), Friuli Venezia Giulia (40), Molise (31), Basilicata (27), Marche (29), Umbria (9), Toscana (33) e Valle d’Aosta (1). I comuni capoluoghi di provincia dove si vota sono Pordenone, Trieste, Novara, Torino, Milano, Varese, Rovigo, Savona, Bologna, Ravenna, Rimini, Arezzo, Grosseto, Siena, Fermo, Latina, Benevento, Caserta, Napoli, Salerno, Barletta, Catanzaro, Cosenza, Crotone, Reggio Calabria, Cagliari, Carbonia, Iglesias, Olbia e Villacidro.
MILANO - I candidati alla poltrona di primo cittadino sono 12. Il centrodestra ripresenta il sindaco uscente, la pidiellina Letizia Moratti, sostenuta da Pdl, Lega nord, Adc, Nuovo Psi, La Destra, Pensioni e lavoro, Unione italiana e dalle liste civiche Progetto Milano migliore, Giovani per l’Expo, Milano al centro, Io amo Milano io amo l’Italia. Il centrosinistra candida il vendoliano Giuliano Pisapia, appoggiato da Pd, Idv, Sel, Fds, Lista Bonino-Pannella, Verdi ecologisti, la lista civica per Milano e lista civica Milly Moratti per Pisapia. I grillini presentano Mattia Calise, mentre il finiano Manfredi Palmieri è il candidato terzopolista, appoggiato dall’Udc e dalla Lista civica nuovo polo per Milano. Gli altri candidati sono Giancarlo Pagliarini, Carla De Albertis, Elisabetta Fatuzzo, Fabrizio Montuori e Marco Mantovani.

NAPOLI - I candidati sono dieci. Il centrosinistra candida il prefetto Mario Morcone, appoggiato da Pd, Sel e da due liste civiche: Socialisti laici ecologisti verdi e Le competenze per Napoli. L’Idv che corre insieme alla Fds, Partito del sud e la lista civica Napoli è tua, propone l’ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris. Il centrodestra schiera invece l’imprenditore pidiellino Gianni Lettieri, appoggiato da Pdl, Adc, Pri, Pid, La Destra, Partito pensionati, Libertà e Autonomia Noi Sud, Terzo polo di centro–Dc e la liste civiche: Liberi e Giovani in corsa. Per il terzo polo si presenta il demitiano Raimondo Pasquino, appoggiato da Fli, Udc, Api e la Lista civica la città. L’Udeur e la Lista civica Mastella per Napoli candidano Clemente Mastella, mentre i grillini del Movimento 5 stelle presentano il giovane Roberto Fico. Gli altri candidati sono: Ciro Formisano, Giuseppe Marziale, Raffaele Di Monda e Vittorio Lamberti.
TORINO - I candidati sono 13. Il centrosinistra candida l’ex segretario dei Ds Piero Fassino che è appoggiato da Pd, Idv, Sel e da cinque liste civiche: Moderati, Torino laica socialista libertaria, Piemont Europa ecologia, Consumatori per Fassino e Pensionati e invalidi. Lo sfidante di centrodestra è il pidiellino Michele Coppola, sostenuto da Pdl, Lega nord, La destra, Alleanza di centro (Adc), Partito dei pensionati, Popolari d'Italia domani (Pid) e due liste civiche: Insieme per Torino e Ambientalisti del Sì. Il Terzo polo, che comprende Fli, Udc, Partito Liberale Italiano (Pli)-Partito Socialdemocratico Italiano (Psdi), Socialisti uniti e due liste civiche (Alleanza per la città e Cosima Coppola), candida il rutelliano Alberto Musy. Iuri Gilberto Bossuto guida le liste di estrema sinistra: Fds e Sinistra critica. I grillini sono rappresentati da Vittorio Bertola. Gli altri candidati, che guidano liste civiche, sono: Domenico Coppola, Giacinto Marra, Giorgio Portis, Lorenzo Varaldo, Nicola Cassano, Rosanna Becarelli e Daniele Giovanni Debenedetto.

BOLOGNA - I candidati sono nove. Il centrosinistra candida il democratico Virginio Merola che gode del sostegno di Pd, Idv, Federazione della Sinistra e da due liste civiche: Laici Socialisti Riformisti e una lista di vendoliani. Il centrodestra appoggia la candidatura del leghista Manes Bernardini. Nell’area della destra si trovano Anna Montella per La Destra ed Elisabetta Avanzi per Forza Nuova. Il candidato del Terzo polo è Stefano Aldovrandi in quota Udc, mentre il Movimento 5 stelle candida il grillino Massimo Bugani. Gli altri candidati sono il centrista Daniele Corticelli, il comunista Michele Terra e il civico Angelo Maria Carcano.
SAVONA – Il centrosinistra ripresenta il sindaco uscente, l’ex diessino Federico Berruti, sostenuto Pd, Idv, Sel, Fds, Udc, Api, Psi e dalla lista civica per Berruti sindaco. Il pidiellino Paolo Marson è lo sfidante per il centrodestra, appoggiato da Pdl, Lega nord e da due liste civiche: Paolo Marson sindaco e Giovane Savon@. Per Futuro e libertà per l’Italia corre Giovanni Pietro Genta, per i Verdi Daniela Pongiglione, appoggiata anche dalla lista civica Noi per Savona. Corsa solitaria anche per il Movimento 5 stelle–beppegrillo.it con Milena Debenedetti. Forza nuova candida Ugo Ghione, mentre Simone Anselmo è il candidato del Partito comunista dei lavoratori.

NOVARA – Il centrodestra è guidato dal leghista Mauro Franzinelli che gode del sostegno di Pdl, Lega nord e della lista civica Integrazione solidarietà sviluppo. Lo sfidante di centrosinistra è il democratico Andrea Ballarè, appoggiato da Pd, Sel, Fds e da Pensionati e Invalidi. L’Idv invece ha deciso di correre da sola con Giovanni Vittorio Pace. Il Terzo polo, costituito da Fli, Udc e dal Partito dei pensionati, sostiene la candidatura del casiniano Antonio Pedrazzoli, mentre i grillini candidano Luca Zacchero. I candidati minori sono: Luigi Torriani, Antonio Costa Barbè e Rossana De Vita.
VARESE – Il centrodestra ripresenta il sindaco leghista uscente Attilio Fontana, sostenuto da Pdl e Lega nord, mentre la sfidante di centrosinistra è la democratica Luisa Oprandi che gode del sostegno di Pd, Idv, Sel e della lista civica Varese e Luisa. Il Terzo polo, comprendente Udc, Fli e Pri, candida il casiniano Mauro Morello, mentre la Federazione della sinistra presenta Carlo Scardeoni. Il Movimento cinque stelle è guidato da Francesco Cammarata. Gli altri candidati sono Flavio Ibba, Alessio Nicoletti, Egidio Castelli, Raffo Mauro Della Porta e Raffaella Greco.

ROVIGO – Il centrosinistra si presenta diviso. Se da una parte, infatti, il Pd, Api, Psi, autonomisti ambientalisti e la lista civica “Rovigo si ama” appoggiano la candidatura dell’ex margheritino Federico Frigato, dall’altra l’Idv e Sel sostengono il vendoliano Giovanni Nalin. I Verdi, Pdci, Prc e due liste civiche (Aria Pulita e Granzette con Cantonazzo) hanno, invece, come capolista Matteo Masin, indicato da Rifondazione. Il centrodestra è guidato dal pidiellino Bruno Piva che gode dell’appoggio di Pdl, Lega nord, La destra, Adc, Fiamma tricolore e delle liste civiche Destra per il Polesine, Una squadra per il cambiamento e la lista Magaraggia. Anche il Terzo polo si presenta diviso: Riccardo Rizzo per l’Udc, Giacomo Labarbuta per il Fli. A guidare il Movimento 5 stelle è Michela Furin. I candidati minori sono Renato Borgato, Maurizio Bordin, Mattia Giolo e Antonio Gianni Saccardin.
TRIESTE – Il centrodestra presenta la candidatura del pidiellino Roberto Antonione, sostenuto - oltre che dal suo partito - dal Partito pensionati, dalla Destra sociale Fiamma tricolore, dalla lista Antonione e dalla lista civica Dipiazza. La Lega nord corre da sola con Massimiliano Frediga. Lo sfidante di centrodestra è il segretario triestino del Pd Roberto Cosolini, sostenuto anche da Idv, Sel, Fds, Psi, e dalle liste civiche: Cittadini per Trieste e Trieste Cambia-la lista civica con Cosolini sindaco. Il Terzo polo si presenta diviso: da una parte l’Udc sostiene Edoardo Sasco, dall’altra Fli appoggia Michele Lobianco. I grillini del Movimento cinque stelle sono guidati da Paolo Menis. Gli altri candidati sono Franco Bandelli, Renzo Maggiore, Uberto Fortuna Drossi e Maurizio Frogar.

PORDENONE – Il centrosinistra si presenta diviso. Da una parte il Pd, con le liste civiche Bolzonello e Vivo Pordenone, candidano il democratico Claudio Pedrotti, mentre l’Idv, Sel e la lista civica Del Ben sostengono Giovanni Del Ben. Il centrodestra candida il pidiellino Giuseppe Pedicini, appoggiato da Pdl, Lega nord, Pensionati e lista civica Nuova Pordenone. Anche il Terzo polo si presenta diviso: l’Udc ,mette in pista Maurizio Salvador, mentre Api e la lista civica Futuro Pordenone schierano Alberto Rossi. Giovanni Zanolin guida la lista civica Il Ponte.
RAVENNA – Il centrosinistra ripresenta il sindaco uscente, l’ex diessino Fabrizio Matteucci, che guida una coalizione composta da Pd, Idv, Sel, Fds, Pri e Radicali laici socialisti, mentre Pdl e Lega nord candidano il pidiellino Nereo Foschini. Fli si affida a Gialuca Palazzetti, mentre i grillini schierano Pietro Vandini. Gli altri candidati sono Samantha Comizzoli e Alvaro Ancisi.

RIMINI – Il centrosinistra candida il democratico Andrea Gnassi, appoggiato da Pd, Idv, Fds, Psi, Verdi e la lista civica Rimini per Rimini. Sempre a sinistra Fabio Pazzaglia si presenta alla guida di una coalizione con Sel e la lista civica Fare comune. Il Pdl e la Lega nord si affidano al pidiellino Gioenzo Renzi. Il Terzo polo si presenta diviso: Fli schiera Pasquale Barone, mentre l’Udc Marco Moretti. I grillini mettono in campo il giovane Luigi Camporesi. La Destra corre da sola con Claudio Dau, mentre Fiamma tricolore appoggia Pier Alberto Maletti. Gli altri candidati sono Sandro Pizzagalli, Antonio Polselli, Aleardo Maria Cingolani e Nadia Toni.
AREZZO – Il centrosinistra ripresenta il sindaco uscente, l’ex margheritino Giuseppe Fanfani, sostenuto da Pd, Idv, Sel, Psi, da una lista di estrema sinistra che comprende Verdi, Prc e Pdci, oltre a “La lista civica la città di tutti”. La sfidante di centrodestra è la pidiellina Grazia Sestini, appoggiata da Pdl, Lega nord e la Destra. Il candidato del Terzo polo è Luigi Scatizzi, segretario provinciale dell’Udc, che si presenta in alleanza con Api e Fli. Il candidato sindaco dei “grillini” per il Movimento 5 stelle è Lucio Bianchi. I candidati minori appoggiati da liste civiche sono Francesco Macrì, Gabriele Chiurli, Guglielmo De Marinis, Luigi Lucherini, Armando Cherici.

SIENA – Il democratico Franco Ceccuzzi è il candidato del centrosinistra, appoggiato da Pd, Idv, Sel, Fds, Riformista e la Lista civica Siena futura. Lo sfidante del centrodestra è il pidiellino Alessando Nannini, sostenuto oltre che dal Pdl dalla Lega nord e da due liste civiche: Io amo Siena e Mimento Difesa Senesità. Il Terzo polo schiera Gabriele Corradi che gode dell’appoggio di Udc, Fli, Api e di due liste civiche: Per Corradi sindaco e Lcs senesi. Il Movimento 5 stelle è guidato da Michele Pinassi, Sinistra per Siena da Laura Vigni.
GROSSETO – Il centrosinistra ripresenta il sindaco uscente l’ex margheritino Emilio Bonifazi, sostenuto da Pd, Idv, Udc-Api e dalla Lista civica Insieme, mentre l’estrema sinistra di Sel, Pdci, Rfc e Verdi appoggia la candidatura della vendoliana Cristina Citerni. ll centrodestra schiera il pidiellino Mario Lolini, che può contare sull’appoggio di Pdl, Lega nord, la Destra e la Lista civica Nuovo polo per Grosseto. Il Movimento 5 stelle presenta Giacomo Gori. Gli altri due candidati sono Alessandro Bragaglia e Massimo Felicioni.

FERMO – il centrodestra candida la pidiellina Ester Maria Rutili, sostenuta da Pdl, Lega nord, Fli, Pid, la Destra e da tre liste civiche: Movimento per l'Impegno Sociale, Movimento Fermano e Fermo libera. Il centrosinistra è guidato dalla democratica Nella Brambatti che gode del sostegno di Pd, Idv, Sel, Fds e dalle liste civiche per Fermo e Fermo Si Muove. Il Terzo polo, comprendente Udc e la lista civica Nuovo polo, appoggia la candidatura del casiniano Giampiero Gallucci. Gli altri candidati sono Gaetano Massucci, Luciano Romanella e Vittorio Traini.
LATINA – L’ex aennino Giovanni Di Giorgi è il candidato del centrodestra sostenuto da Pdl, Udc e La Destra, mentre il centrosinistra presenta l’ex margheritino Claudio Moscardelli con una coalizione che comprende Pd, Idv, Sel, Api, Psi e due liste civiche: Si per Latina e Agricoltura Mare Turismo. A fare da terzo incomodo c’è la lista “fasciocomunista” Pennacchi per Latina-Fli guidata da Filippo Cosignani, mentre Giuseppe Vacciano è il candidato del Movimento 5 stelle. Gli altri candidati sono Giancarlo Nardin, Ruggero Mantovani, Sergio Sciaudone, Marco Fioravante, Marco Gallo, Delio Redi, Giampiero Oddi, Franco Autieri, Danilo Calvani.

BENEVENTO - Il centrosinistra ripresenta il sindaco uscente, l’ex Udeur Fausto Pepe (ora Pd), che può contare sull'appoggio del Pd, Idv, Sel, Api e di tre liste civiche: Lealtà per Benevento, Unione per Benevento e Benevento in movimento. Il centrodestra candida il pidiellino Raffaele Tibaldi, sostenuto anche da la Destra, Adc, Pid, Forza del Sud, e dalle liste civiche Azione sociale Sud e Io amo Benevento. Il Terzo polo presenta l’ex diessino Carmine Nardone, appoggiato da Udc, Psi, dai mastelliani dell'Udeur e da quattro liste civiche: Territorio e libertà, Sud innovazione legalità, Città nuova, Noi e voi per Benevento. Infine alla guida della lista civica Ora si presenta Antonio Medici.
CASERTA – Il centrosinistra si presenta con il democratico Carlo Marino che gode del sostegno di Pd, Idv, Sel, Fds, Psi e da due liste civiche: Acqua pubblica e Caserta libera. Alla guida del centrodestra si candida il pidiellino Pio del Glaudio, appoggiato da Pdl, Udc, Adc, Nuovo Psi, Forza del sud, Libertà e autonomia Noi Sud, Democrazia cristiana Alleanza di popolo e dalle liste civiche Caserta più e Stop camorra. Il Terzo polo, comprendente Fli, Api, Udeur e la Lista civica sei Caserta, sostiene il finiano Luigi Falco. Gli altri candidati sono Caterina Corse, Nicola Melone e Antonio De Falco.

SALERNO – Il centrosinistra ripresenta il sindaco uscente, l’ex diessino Vincenzo De Luca, appoggiato da Pd, Sel, Psi e due liste civiche: Salerno per i giovani e Campania libera. Idv, Fds e la Lista Civica Salerno Democratica appoggiano, invece, la dipietrista Rosa Egidio Masullo. La pidiellina Anna Ferrazzano è la candidata del centrodestra, sostenuta oltre che dal Pdl anche da Adc-La destra, Libertà e autonomia Noi Sud e da due liste civiche: Principe Arechi e Alleanza per Salerno. Il Terzo polo presenta la candidatura del casiniano Salvatore Gagliano che gode dell’appoggio di Udc, Udeur e Api, mentre il Partito di alternativa comunista appoggia Valerio Torre.
BARLETTA - Alla guida del centrosinistra si presenta il sindaco uscente, l’ex margheritino Nicola Maffei, sostenuto da Pd, Idv, Sel, Psi, Fds, Api e dalla lista civica la Buona politica. La sfidante del centrodestra è la pidiellina Mariagrazia Francesca Vitobello, appoggiata da Pdl, Fiamma tricolore e da altre quattro liste civiche: Barletta in rosa, Barletta vale, Nuova generazione, Pdc, La Puglia prima di tutto-M. P. Schittulli. Il Terzo polo si presenta diviso: Fli, insieme alla Lista civica voglio te, candida Ruggiero Di Benedetto, mentre l'Udc, insieme alla Lista civica SiAmo Barletta e la lista Mida, candida Giuseppe Dipaola. Sabrina Salerno è la capolista per i Verdi, mentre Giuseppe Paolillo è il candidato di Io Sud. Gli altri candidati sono Vincenzo Torre, Raffaella Maria Patrizia Porreca Salerno, Michele Rizzi e Nicola Silvano Barracchia.

CATANZARO – Il centrosinistra schiera il democratico Salvatore Scalzo, sostenuto da Pd, Idv, Sel, Fds e dalle liste civiche Svolta democratica e Giovane e democratica. A guidare la coalizione di centrodestra è l’ex aennino Michele Traversa, appoggiato da Pdl, Udc, Adc, Socialisti–Popolari Udeur, Fiamma Tricolore, Libertà e autonomia Noi Sud e da varie liste civiche: Scopelliti presidente, Per Catanzaro, Democrazia e centralità, Traversa sindaco e Catanzaro da vivere. Il Terzo polo si presenta diviso: da una parte il Fli che, insieme alla lista civica con Ciambrone per il futuro candida Luigi Ciambrone, mentre l’Api e la lista Autonomia e diritti candida Antonio Argirò. Gli altri candidati sono Francesco Aroma, Luciano Celia e Pantaleo Pasquale Fioresta.
REGGIO CALABRIA – Il candidato di centrodestra è il pidiellino Demetrio Arena, appoggiato da Pdl, Udc, Adc, Pri, Fiamma tricolore, Popolari liberali, Socialisti uniti-Nuovo Psi, Patto cristiano esteso e dalle liste civiche Sud, Reggio futura e Scopelliti presidente. Il centrosinistra si presenta diviso. Pd e Prc, insieme alle liste civiche Ethos ed Energia pulita, candidano il democratico Massimo Canale, mentre Idv, Sel e Pdci appoggiano Aldo De Caridi. Carlo Maria Salvatore Sbano è il candidato del Fli. Gli altri candidati sono Giuseppe Siclari e Giuseppe Bova.

COSENZA – Il centrosinistra ripresenta il sindaco uscente, l’ex margheritino Salvatore Perugini, sostenuto da Pd, Psi e Pri. Sempre a sinistra, Enzo Paolini guida una coalizione comprendente Idv, Sel, Pli, Verdi, Psdi-Socialisti Uniti-Socialisti liberali, mentre la Fds con la lista civica Obiettivo Sud candida Alessandra La Valle. Il centrodestra candida l’Udc Mario Occhiuto, appoggiato da Pdl, Adc, Nuovo Psi, Popolari liberali, Moderati e le liste civiche Mario Occhiuto sindaco, Scopelliti presidente e Cosenza sostenibile. I grillini candidano Ivan Pastore, mentre il Terzo polo schiera Sergio Nucci, appoggiato da Fli, Patto per il Sud e dalle liste civiche: Terzo polo, Siamo Noi, per Sergio Nucci sindaco.
CROTONE – Il centrosinistra ripresenta il sindaco uscente, il democratico Peppino Vallone, che può contare sull’appoggio di Pd, Idv, Sel, Fds, Psdi, Libertà e autonomia Noi Sud-Udeur Popolari, Socialisti, Autonomia e Diritti e la lista civica siamo Crotone. Il centrodestra candida l’Udc Dorina Bianchi, appoggiata da Pdl, la Destra, Libertas Democrazia Cristiana e dalle liste civiche Scopelliti presidente e Crotone al centro. Il Terzo polo presenta Giusy Regalino, sostenuta da Api, Polo di centro e dalle liste civiche Demokratici e Manifesto per Crotone. Gli altri candidati a sindaco sono Andrea Arcuri, Pasquale Senatore, Silvano Cavarretta e Linda Monte, Vincenzo Voce e Francesco Pesce.

CAGLIARI – Il centrodestra candida Massimo Fantola (leader dei Riformatori), sostenuto da Pdl, Udc, Pid, Movimento per l'Autonomia, La Destra, i Riformatori sardi, Partito sardo d'azione, Unione della Sardegna (Uds), Forza Paris e dalle liste civiche Giovani Centro e Patto per Cagliari. Lo sfidante di centrosinistra è il vendoliano Massimo Zedda, appoggiato da Pd, Idv, Sel, Fds, Psi, Verdi, Rossimori e dalla Lista civica meglio di prima non ci basta. Fli schiera il suo coordinatore regionale, Ignazio Artizzu, che gode dell'appoggio anche di altre due liste civiche: Libertas democrazia cristiana e Movimento civico sardo. I grillini puntano sulla giovane Emanuela Corda, gli indipendentisti si presentano con Claudia Zuncheddu e il Movimento sociale (Msi-Dn) si affida a Gianmario Muggiri. Gli altri candidati a sindaco sono Michela Melotti, Ornella Demuru, Patrizia Serra.
CARBONIA – Il democratico Giuseppe Casti si candida a sindaco per il centrosinistra con l'appoggio di Pd, Sel, Fds, Psi, Democratici cristiani sardi e con le liste civiche Federazione dei movimenti e Cittadini per Carbonia. Il centrodestra (Pdl+Udc) presenta la candidatura del casiniano Antonello Mereu. Corse solitarie per l'Idv con Diego Fronterrè e per i sardisti del Partito sardo d’azione con Luciano La Mantia. Gli altri candidati a sindaco sono Giovanni Murgioni, Alberto Zonchello e Peppino La Rosa.

IGLESIAS – Il centrosinistra si presenta con la vendoliana Marta Testa, appoggiata da Pd, Sel, Fds e dalla Lista Civica Iglesias in Testa, mentre per il centrodestra corre il casiniano Luigi Perseu guida una coalizione composta da Pdl, Udc e Psd’az. A fare da terzo incomodo il candidato indipendentista dell’Indipendentzia Repubrica de Sardigna (Irs), Sandro Esu.
OLBIA - L’ex sindaco Giovanni Maria Enrico Giovannelli, eletto tre anni fa dal centrodestra e recentemente passato dal Pdl a Fli, ora si ripresenta con una coalizione di centrosinistra molto allargata che comprende: Pd, Idv, Sel, Unione Popolare Cristiana (Upc), i terzopolisti della lista civica Polo per l'Italia e da altre due liste civiche: Per Olbia e Pari opportunità. Il centrodestra ripropone un altro ex sindaco, Settimo Nizzi, sostenuto da Pdl, Udc, La destra, Partito sardo d’azione, Riformatori sardi–Liberaldemocratici, Democrazia cristiana e Italia federale. La Lega nord candida Giovanni Nicolò Puggioni. Gli altri candidati sono Cristina Dessole, Lisa Corimbi e Gianmaria Bellu.

VILLACIDRO - Il centrodestra si presenta con la lista civica Anch’io per Villacidro, capeggiata dal giovane Antonio Silanos, mentre la lista centrosinistra per Villacidro schiera Teresa Maria Pani. I finiani, con la Lista civico Villacidro Futura, candidano Gessica Pittau, mentre la lista civica (di estrema sinistra) Progetto comune è guidata da Antonio Muscas.
ELEZIONI PROVINCIALI

VERCELLI – Il centrodestra si presenta con il pidiellino Carlo Riva Vercellotti, sostenuto da Pdl, Lega nord, la Destra, Fiamma Tricolore e Partito dei pensionati. Lo sfidante di centrosinistra è il democratico Luigi Bobba, appoggiato da Pd, Moderati-orgoglio Piemonte, Pensionati e invalidi e Lista locale lista civica Vercelli Valsesia Bobba presidente. L’Idv, Sel e Fds, invece, sostengono la candidatura del dipietrista Carlo Rossi. Anche il Terzo polo si presenta diviso, con l’Udc che schiera Luciano Gualdi, mentre Fli, Api e la Lega Lombardo Veneta puntano sul finiano Francesco Radaelli. Gli altri candidati sono Salvatore Sellaro e Roberto Romano.

MANTOVA – Il centrosinistra schiera l’indipendente Alessandro Pastacci, appoggiato da Pd, Idv, Sel, Partito pensionati e lista locale comunità e territori con Pastacci, mentre Fds e la Sinistra popolare-Comunisti candidano Carlo Grassi. Il centrodestra punta sul leghista Giovanni Fava, sostenuto da Pdl, Carroccio, Pid e lista locale Benedini X Mantova. Il candidato presidente dell’Udc è il deputato Pietro Marcazzan. Gli altri candidati sono Carlo Beduschi, Giorgio Rebuschi, Gloria Costani e Roberto Lamagni.
PAVIA – Il centrodestra si affida al leghista Ruggero Armando Invernizzi, sostenuto da Pdl, Lega nord, Pid, Libertà e autonomia Noi Sud-Dc Lombardia. Il centrosinistra sostiene il democratico Daniele Bosone, che gode dell’appoggio di Pd, Idv, Sel e Lista locale civica Bosone presidente. Fds e la Lista locale insieme-Forti presidente appoggiano la candidatura di Teresio Forti. I Verdi si affidano a Roberto Albanese, mentre la Destra a Massimo Granata. Vittorio Poma è il candidato dell’Udc e della lista locale Poma il presidente. Gli altri candidati presidenti sono Anacleto "Cleto" Marini, Cesare Valentinuzzi, Enrico Bocca Corsico Piccolini, Giovanni Fassina, Vincenzo Sardiello e Tiziano Casarini.

TREVISO – Il centrodestra ricandida il presidente uscente, il leghista Leonardo Muraro, appoggiato da Pdl, Lega nord e da tre liste civiche: Razza Piave, Insieme al centro autonomia e libertà e Forza Veneto per l'Italia. Il centrosinistra propone la democratica Floriana Casellato, sostenuta da Pd, Idv, Sel e dalla lista locale la Sinistra unita per la Marca. Il Prc corre da solo guidato da Silvano Lazzarin. Il casiniano Marco Zabotti è il candidato presidente del Terzo polo e gode del sostegno di Udc–Fli–Api e dell’Unione Nord Est Lista Locale Marca Civica. Gli altri due candidati sono Sergio Padovan e Antonio Guadagnini.

TRIESTE – Il centrosinistra ricandida il presidente uscente, la democratica Maria Teresa Bassa Poropat, sostenuta da Pd, Idv, Sel, Fds, Psi, Slovenska Skupnost e dalla Lista Bassa Poropat. Il candidato del centrodestra è il pidiellino Giorgio Ret, che riceve l’appoggio di Pdl, Pensionati e della Lista civica Dipiazza per Trieste, mentre la Lega Nord corre da sola con Paolo Polidori. Il Terzo polo si divide: da una parte l’Udc si affida a Roberta Clon, mentre Fli punta su Enrico Sbriglia. Gli altri due candidati sono Alessandro Giombi e Francesco Cervesi.
GORIZIA – Il centrosinistra ricandida il presidente uscente Enrico Gherghetta, appoggiato da Pd, Idv, Sel e Fds. Il centrodestra appoggia la candidatura della pidiellina Simonetta Vecchi, sostenuta da Pdl, Lega nord, Pensionati, da Isontino Tricolore con Cosma e dalla Lista per Simonetta Vecchi. Il candidato terzopolista di Udc e Fli è Stefano Cosma.

RAVENNA – Il centrosinistra candida il democratico Claudio Casadio, sostenuto da Pd, Idv, Sel, Fds, Pri e i Radicali laici socialisti, mentre il centrodestra si affida al leghista Rudi Capucci, che gode dell’appoggio di Pdl e Lega nord. Patrizia Ricci è la candidata della Destra. Il Terzo polo si presenta diviso: Fli appoggia Guido Baldrati Folli, mentre l’Udc e il Partito dei pensionati schierano Gianfranco Spadoni. Desideria Raggi è la capolista per Forza Nuova, mentre Cinzia Pasi guida la lista locale Ravenna virtuosa.
MACERATA - Il centrodestra ricandida il presidente uscente, il pidiellino Franco Capponi, appoggiato anche da Lega nord, Fli, la Destra, Fiamma tricolore e dalla lista locale io amo Macerata-io amo l'Italia. Lo sfidante di centrosinistra è il casiniano Antonio Pettinari, appoggiato da Pd, Idv, Udc, Api e dalla Lista locale la nostra provincia-riformista civica ambientalista. Sel, Fds e la lista locale democrazia e legalità-una provincia migliore schierano Francesco Acquaroli. Gli altri due candidati in lizza sono Enzo Marangoni e Luigi Gentilucci.

LUCCA – Il centrosinistra ricandida il presidente uscente, l’ex margheritino Stefano Baccelli, sostenuto da Pd, Idv, Sel, Fds, Pensionati democratici riformisti italiani e dalla lista locale Cittadini per Baccelli. L’ex An Gabriele Attilio Brunini guida la coalizione di centrodestra, composta da Pdl, Lega nord, Udc, la Destra e la lista locale Fai la provincia con Brunini. Il Psi candida Graziano Pancetti, mentre Giuliana Loris Baudone è la candidata del Terzo polo, appoggiata dal Pli, dalla lista locale Donne al governo e dalla lista locale Nuovo Polo per la provincia di Lucca-Baudone presidente.
CAMPOBASSO - Il centrosinistra candida la democratica Micaela Fanelli che si presenta con una coalizione composta da Pd, Sel, Psi, Pdci, Api e la lista locale Costruire democrazia per Fanelli presidente. Sempre a sinistra l’Idv, insieme alla lista locale Guerriero Sannita–Muccio, appoggia Pierpaolo Nagni, mentre Simone Coscia è il candidato del Prc e della lista locale Partecipazione democratica. Il centrodestra si presenta compatto a sostegno del pidiellino Rosario De Matteis, che guida una coalizione con Pdl, Udc, Fli, Adc, Udeur, Pid, Forza del Sud, Popolari liberali, Progetto Molise, Molise civile e da tre liste locali: Provincia Amica-Rosario De Matteis presidente, Per il nostro Molise-Democrazia popolare, Diritti e libertà Molise. Gli altri due candidati sono Giovancarmine Mancini e Annibale Oreste Campopiano.

REGGIO CALABRIA – Il centrosinistra ricandida il presidente uscente, il democratico Giuseppe Morabito, con una coalizione composta da Pd, Pdci, Prc, Psi, Mpa e da due liste locali: Patto per Morabito e Morabito presidente. L’Idv e Sel candidano Giovanni Nucera. Il centrodestra schiera il pidiellino Giuseppe Raffa, sostenuto anche da Udc, Pri, Socialisti Uniti–Nuovo Psi, Fiamma tricolore, Popolari liberali, Patto cristiano esteso e da tre liste locali: Sud, Scopelliti presidente, Raffa presidente. Fli corre da sola e si affida a Patrizia Pelle. Gli altri candidati sono Pietro Fuda, Demetrio Cutrupi e Domenico Antonio "Mimmo" Greco.
(ala/spk) 13 Maggio 2011 20:14

AMMINISTRATIVE: NAPOLI, ROCCAFORTE ROSSA DAGLI ANNI ’70, IL VERO TEST

Roma - Le elezioni amministrative saranno un probante test nazionale sia per il governo che per le opposizioni. Un test che riguarda innanzitutto il rinnovo dei consigli comunali di Milano, Torino, Bologna e Napoli. La prima è una roccaforte berlusconiana (e anche in questa circostanza un successo del centrodestra - al primo turno o eventualmente al ballottaggio - resta l’esito più probabile), le altre tre sono città storicamente “rosse”. Ma in questa tornata elettorale Napoli potrebbe cambiare colore politico. Per questo il capoluogo campano rappresenta il vero test di questa tornata elettorale: se un successo del centrosinistra a Torino e Bologna rispetterebbe i pronostici, una vittoria del centrodestra a Napoli gli assegnerebbe un punto decisivo nella partita che sarà disputata a livello nazionale domenica e lunedì. La città partenopea per tutta la Seconda repubblica è stata nelle mani di Antonio Bassolino prima e di Rosa Russo Iervolino poi. Ma, viaggiando a ritroso nel tempo, ci si imbatte - per quanto riguarda Napoli - in un evidente dominio del centrosinistra, che - includendo anche alcuni sindaci socialisti della Prima repubblica - ha governato la città per poco meno di 40 anni. Nel 1993 Napoli usciva dal breve commissariamento straordinario di Aldo Marino e Bassolino venne candidato dal Pds per scontrarsi con la missina Alessandra Mussolini, che sconfisse al ballottaggio con il 55, 6 per cento. Quattro anni dopo fu rieletto al primo turno con il 73 per cento e rimase sulla poltrona più alta del comune di Napoli fino al 2000 quando si dimise per candidarsi alla presidenza della regione.

Nel 2001 è iniziata l'era dell'ex margheritina Rosa Russo Iervolino che vinse al ballottaggio con il 53 per cento, mentre nel 2006 vinse col 57 per cento al primo turno. Ma la sinistra napoletana vanta lunghi periodi di governo anche durante la Prima repubblica con il comunista Maurizio Valenzi che guidò il comune ininterrottamente dal 1975 fino al 1983. Un anno dopo Valenzi lasciò Napoli e si diresse per Bruxelles, dopo essere stato eletto alle Europee. Dopo un breve periodo di commissariamento, il suo posto fu preso per tre mesi dal socialdemocratico Francesco Picardi. Da aprile a novembre 1984 la poltrona di primo cittadino spettò a due democristiani: prima Vincenzo Scotti e poi Mario Forte.

Da allora fino al 1990, per sei anni, il comune di Napoli fu retto da sindaci di estrazione socialista come Pietro Lezzi (1987-1990) e Nello Polese (1990-1993) e in entrambi i casi in coalizione con la Dc, nel rispetto dello schema pentapartitico nazionale. Il sindaco che chiuse l'era della Prima repubblica partenopea fu però il democristiano Francesco Tagliamonte che nel 1993 governò da aprile ad agosto. In conclusione, di fatto, dal 1975 ad oggi Napoli è stata retta quasi ininterrottamente da sindaci di sinistra, provenienti dal Pci-Pds-Ds-Pd o dal Psi, fatta eccezione per sette mesi nel 1984 e 4 mesi nel 1993.
(spk) 13 Maggio 2011 12:03

AMMINISTRATIVE, I TRE FORNI DEL TERZO POLO

Roma - Le Amministrative di questo week end saranno il debutto per il Terzo polo, l’alleanza centrista tra l’Udc di Pier Ferdinando Casini, il Fli di Gianfranco Fini, l’Api di Francesco Rutelli e l’Mpa del governatore siciliano Raffaele Lombardo. Per le Comunali però le alleanze e le candidature sono, o almeno dovrebbero essere, decise a livello locale, fatta eccezione per le grandi città. A Milano, Torino, Bologna e Napoli, infatti, i partiti che costituiscono il Nuovo Polo per l’Italia corrono uniti con un candidato comune. Ma cosa succede nelle altre realtà? In generale, al Nord l’Api è poco radicata ma, dove non è alleata col Terzo polo, corre col centrosinistra, come nei casi di Savona e Rovigo. A Savona il candidato di centrosinistra è appoggiato anche dall’Udc. In Friuli, invece, l’Udc e il Fli corrono separatamente sia a Trieste che a Pordenone dove però i rutelliani si schierano accanto al candidato finiano. Stessa cosa accade a Rimini dove finiani e casiniani non hanno trovato l’intesa su un nome comune.

Nel Centro Italia l’Udc adotta la politica dei tre forni. A Grosseto, insieme all’Api, sostiene il candidato del centrosinistra, a Fermo guida una lista terzopolista, mentre a Latina si allea con il centrodestra. Il Fli, invece, non è presente a Grosseto, sta col centrodestra a Fermo e a Latina candida Filippo Cosignani con la lista “fasciocomunista” Pennacchi per la lista Pennacchi per Latina-Fli. In Campania l’Api è presente a Benevento col centrosinistra e a Caserta in alleanza col Fli, mentre l’Udc è in una coalizione terzopolista a Benevento. Appoggia invece il candidato sindaco del centrodestra a Caserta. In Puglia, a Barletta, l’Api appoggia ancora una volta il centrosinistra, mentre Udc e Fli corrono divise. In Calabria l’Udc è alleato organico del centrodestra tanto che esprime il candidato sindaco sia a Cosenza, con il giovane Mario Occhiuto, sia a Crotone, con la senatrice Dorina Bianchi, mentre a Reggio Calabria e a Catanzaro appoggia i candidati del centrodestra.

Il Fli e l’Api corrono da soli oppure dentro una coalizione terzoplista in tutta la Calabria. Anche in Sardegna l’Udc è alleato organico del centrodestra ed esprime il candidato sindaco sia a Carbonia che a Iglesias. A Cagliari il Fli corre da solo, mentre Udc e Mpa appoggiano il candidato del centrodestra. A Olbia, invece, si verifica un caso anomalo: i futuristi appoggiano la candidatura di Giovanni Giovannelli, il sindaco uscente eletto cinque anni fa col centrodestra e ora capolista di una coalizione di centrosinistra, mentre l’Udc corre col centrodestra. Anomalia che si verifica anche per quanto riguarda le elezioni provinciali di Macerata dove il Fli appoggia il candidato del centrodestra, mentre il centrosinistra candida alla carica di presidente l’Udc Antonio Pettinari, sostenuto anche dall’Api. Ancora più emblematico è il caso di Reggio Calabria dove l’Mpa appoggia il presidente uscente Giuseppe Morabito, mentre l’Udc sostiene il centrodestra e il Fli corre da solo. L’Udc sostiene i candidati presidenti del centrodestra di Lucca e di Campobasso, dove si è trovato l’accordo anche con il Fli.
(spk) 12 Maggio 2011 19:52


AMMINISTRATIVE, LE SFIDE PER LA GUIDA DELLE PROVINCE – SCHEDA

Roma - PIEMONTE

Vercelli – Il centrodestra si presenta con il pidiellino Carlo Riva Vercellotti, sostenuto da Pdl, Lega nord, La destra, Fiamma Tricolore e Partito dei pensionati. Lo sfidante di centrosinistra è il democratico Luigi Bobba, appoggiato da Pd, Moderati-orgoglio Piemonte, Pensionati e invalidi e Lista locale lista civica Vercelli Valsesia Bobba presidente. L’Idv, Sel, Fds, invece, sostengono la candidatura del dipietrista Carlo Rossi. Anche il Terzo polo si presenta diviso, con l’Udc che schiera Luciano Gualdi, mentre il Fli, l’Api e la Lega Lombardo Veneta puntano sul finiano Francesco Radaelli. Gli altri candidati sono Salvatore Sellaro e Roberto Romano.

LOMBARDIA

Mantova – Il centrosinistra schiera l’indipendente Alessandro Pastacci, appoggiato da Pd, Idv, Sel, Partito pensionati e lista locale comunità e territori con Pastacci, mentre Fds e la Sinistra popolare-Comunisti candidano Carlo Grassi. Il centrodestra punta sul leghista Giovanni Fava, sostenuto da Pdl, Carroccio, Pid e lista locale Benedini X Mantova. Il candidato presidente dell’Udc, invece, è il deputato Pietro Marcazzan. Gli altri candidati minori sono: Carlo Beduschi, Giorgio Rebuschi, Gloria Costani e Roberto Lamagni.

Pavia – Il centrodestra si affida al leghista Ruggero Armando Invernizzi, sostenuto da Pdl, Lega nord, Pid, Libertà e autonomia Noi Sud-Dc Lombardia. Il centrosinistra sostiene il democratico Daniele Bosone, che gode dell’appoggio di Pd, Idv, Sel e Lista locale civica Bosone presidente. Fds e la Lista locale insieme-Forti presidente appoggiano la candidatura di Teresio Forti. I Verdi si affidano a Roberto Albanese, mentre La destra a Massimo Granata. Vittorio Poma è il candidato dell’Udc e della lista locale Poma il presidente. Gli altri candidati presidenti sono: Anacleto "Cleto" Marini, Cesare Valentinuzzi, Enrico Bocca Corsico Piccolini, Giovanni Fassina, Vincenzo Sardiello e Tiziano Casarini.

VENETO

Treviso – Il centrodestra ricandida il presidente uscente leghista Leonardo Muraro, appoggiato da Pdl, Lega nord e da tre liste civiche: Razza Piave, Insieme al centro autonomia e libertà e Forza Veneto per l'Italia. Il centrosinistra propone la democratica Floriana Casellato, sostenuta da Pd, Idv, Sel e dalla lista locale la Sinistra unita per la Marca. Il Prc corre da solo guidato da Silvano Lazzarin. Il casiniano Marco Zabotti è il candidato presidente del Terzo polo e gode del sostegno di Udc–Fli–Api e dell’Unione Nord Est Lista Locale Marca Civica. Gli altri due candidati minori sono: Sergio Padovan e Antonio Guadagnini.

FRIULI VENEZIA GIULIA

Trieste – Il centrosinistra ricandida il presidente uscente la democratica Maria Teresa Bassa Poropat, sostenuta da Pd, Idv, Sel, Fds, Psi, Slovenska Skupnost e dalla Lista Bassa Poropat. Il candidato del centrodestra è il pidiellino Giorgio Ret che riceve l’appoggio di Pdl, Pensionati e la Lista civica Dipiazza per Trieste, mentre la Lega Nord corre da sola con Paolo Polidori. Il Terzo polo si divide: da una parte l’Udc si affida a Roberta Clon, mentre il Fli punta su Enrico Sbriglia. Gli altri due candidati sono Alessandro Giombi e Francesco Cervesi.

Gorizia – Il centrosinistra ricandida il presidente uscente Enrico Gherghetta, appoggiato da Pd, Idv, Sel e Fds. Il centrodestra appoggia la candidatura della pidiellina Simonetta Vecchi, sostenuto da Pdl, Lega nord, Pensionati, da Isontino Tricolore con Cosma e dalla Lista per Simonetta Vecchi. Il candidato terzopolista di Udc e Fli è Stefano Cosma.

EMILIA ROMAGNA

Ravenna – Il centrosinistra candida il democratico Claudio Casadio, sostenuto da Pd, Idv, Sel, Fds, Pri e i Radicali laici socialisti, mentre il centrodestra si affida al leghista Rudi Capucci che gode dell’appoggio di Pdl e Lega nord. Patrizia Ricci è la candidata della Destra. Il Terzo polo si presenta diviso: Fli appoggia Guido Baldrati Folli, mentre l’Udc e il Partito dei pensionati schierano Gianfranco Spadoni. Desideria Raggi è la capolista per Forza Nuova, mentre Cinzia Pasi guida la lista locale Ravenna virtuosa.

MARCHE

Macerata - Il centrodestra ricandida il presidente uscente, il pidiellino Franco Capponi, appoggiato da anche da Lega nord, Fli, la Destra, Fiamma tricolore e la lista locale io amo Macerata-io amo l'Italia. Lo sfidante di centrosinistra è il casiniano Antonio Pettinari, appoggiato da Pd, Idv, Udc, Api e la Lista locale la nostra provincia-riformista civica ambientalista. L’estrema sinistra, composta da Sel, Fds e la lista locale democrazia e legalità-una provincia migliore, schiera Francesco Acquaroli. Gli altri due candidati in lizza sono Enzo Marangoni e Luigi Gentilucci.

TOSCANA

Lucca – Il centrosinistra ricandida il presidente uscente, l’ex margheritino Stefano Baccelli, sostenuto da Pd, Idv, Sel, Fds, Pensionati democratici riformisti italiani e la lista locale Cittadini per Baccelli. L’ex An Gabriele Attilio Brunini guida la coalizione di centrodestra, composta da Pdl, Lega nord, Udc, la Destra e la lista locale Fai la provincia con Brunini. Il Psi candida Graziano Pancetti, mentre Giuliana Loris Baudone è la candidata del Terzo polo, appoggiata dal Pli, dalla lista locale Donne al governo e dalla lista locale Nuovo Polo per la provincia di Lucca-Baudone presidente.

CAMPANIA

Campobasso – Il centrosinistra candida la democratica Micaela Fanelli che si presenta con una coalizione composta da Pd, Sel, Psi, Pdci, Api e la lista locale Costruire democrazia per Fanelli presidente. Sempre a sinistra l’Idv, insieme alla lista locale Guerriero Sannita–Muccio appoggia Pierpaolo Nagni, mentre Simone Coscia è il candidato del Prc e della lista locale Partecipazione democratica. Il centrodestra si presenta compatto a sostegno del pidiellino Rosario De Matteis, che guida una coalizione con Pdl, Udc, Fli, Adc, Udeur, Pid, Forza del Sud, Popolari liberali, Progetto Molise, Molise civile e da tre liste locali: Provincia Amica-Rosario De Matteis presidente, per il nostro Molise-Democrazia popolare, Diritti e libertà Molise. Gli altri due candidati sono Giovancarmine Mancini e Annibale, Oreste Campopiano.

CALABRIA

Reggio Calabria – Il centrosinistra ricandida il presidente uscente, il democratico Giuseppe Morabito, con una coalizione composta da Pd, Pdci, Prc, Psi, Mpa e da due liste locali: Patto per Morabito e Morabito presidente. L’Idv e Sel candidano Giovanni Nucera. Il centrodestra schiera il pidiellino Giuseppe Raffa, sostenuto anche da Udc, Pri, Socialisti Uniti–Nuovo Psi, Fiamma tricolore, Popolari liberali, Patto cristiano esteso e da tre liste locali: Sud, Scopelliti presidente, Raffa presidente. Fli corre da sola e si affida a Patrizia Pelle. Gli altri candidati sono Pietro Fuda, Demetrio Cutrupi e Domenico Antonio "Mimmo" Greco.
(spk) 12 Maggio 2011 18:41

AMMINISTRATIVE, LE SFIDE NEI CAPOLUOGHI DI PROVINCIA - SCHEDA

Roma - LIGURIA
Savona – Il centrosinistra ripresenta il sindaco uscente Federico Berruti, sostenuto dal Partito democratico (Pd), Italia dei valori (Idv), Sinistra ecologia e libertà (Sel), Federazione della Sinistra (Fds), ossia l’aggregazione comprendente Rifondazione comunista (Prc) e Comunisti italiani (Pdci), Unione di centro (Udc)-Alleanza per l'Italia (Api), Partito socialista italiano (Psi) e dalla lista civica per Berruti sindaco. Paolo Marson è lo sfidante per il centrodestra, appoggiato da Popolo della libertà (Pdl), Lega nord e da due liste civiche: Paolo Marson sindaco e Giovane Savon@. Per Futuro e libertà per l’Italia (Fli) corre Giovanni Pietro Genta, per i Verdi corre Daniela Pongiglione, appoggiata anche dalla lista civica Noi per Savona. Corsa solitaria anche per il Movimento 5 stelle–beppegrillo.it con Milena Debenedetti. Forza nuova candida Ugo Ghione, mentre Simone Anselmo è il candidato del Partito comunista dei lavoratori.

PIEMONTE
Torino – Il centrosinistra candida Piero Fassino che è appoggiato da Pd, Idv, Sel e da cinque liste civiche: Moderati, Torino laica socialista libertaria, Piemont Europa ecologia, Consumatori per Fassino e Pensionati e invalidi. Lo sfidante di centrodestra è Michele Coppola, sostenuto da Pdl, Lega nord, La destra, Alleanza di centro (Adc), Partito dei pensionati, Popolari d'Italia domani (Pid) e due liste civiche: Insieme per Torino e Ambientalisti del Sì. Il Terzo polo che comprende Fli, Udc, Partito liberale Italiano (Pli)-Partito Socialdemocratico Italiano (Psdi), Socialisti uniti e due liste civiche (Alleanza per la città e Cosima Coppola) candida Alberto Musy. Iuri Gilberto Bossuto guida le liste di estrema sinistra: Fds e Sinistra critica, mentre i “grillini” sono rappresentati da Vittorio Bertola. Gli altri candidati, che guidano liste civiche, sono: Domenico Coppola, Giacinto Marra, Giorgio Portis, Lorenzo Varaldo, Nicola Cassano, Rosanna Becarelli e Daniele Giovanni Debenedetto.

Novara – Il centrodestra è guidato da Mauro Franzinelli che gode del sostegno di Pdl, Lega nord e della lista civica Integrazione solidarietà sviluppo. Lo sfidante di centrosinistra è Andrea Ballarè, appoggiato da Pd, Sel, Fds e da Pensionati e Invalidi. L’Idv invece ha deciso di correre da sola con Giovanni Vittorio Pace. Il terzo polo, costituito da Fli, Udc e dal Partito dei pensionati, sostiene la candidatura di Antonio Pedrazzoli, mentre i grillini candidano Luca Zacchero. I candidati sono:Luigi Torriani, Antonio Costa Barbè e Rossana De Vita.

LOMBARDIA
Milano – il centrodestra ripresenta il sindaco uscente Letizia Moratti, sostenuta da Pdl, Lega nord, Adc, Nuovo Psi, La destra, Pensioni e lavoro, Unione italiana e le liste civiche: Progetto Milano migliore, Giovani per l’Expo, Milano al centro, Io amo Milano io amo l’Italia. Il centrosinistra candida il vendoliano Giuliano Pisapia, appoggiato da Pd, Idv, Sel, Fds, Lista Bonino-Pannella, Verdi ecologisti, la lista civica per Milano e lista civica Milly Moratti per Pisapia. I grillini presentano Mattia Calise, mentre Manfredi Palmieri è il candidato terzopolista, appoggiato dall’Udc e dalla Lista civica nuovo polo per Milano. Gli altri candidati sono Giancarlo Pagliarini, Carla De Albertis, Elisabetta Fatuzzo, Fabrizio Montuori e Marco Mantovani.

Varese – Il centrodestra ripresenta il sindaco uscente, l’esponente del Carroccio Attilio Fontana, sostenuto da Pdl e Lega nord, mentre la sfidante di centrosinistra è Luisa Oprandi che gode del sostegno di Pd, Idv, Sel e della lista civica Varese e Luisa. Il Terzo polo, comprendente Udc, Fli e Pri candida Mauro Morello, mentre la Federazione della sinistra presenta Carlo Scardeoni. Il Movimento 5 stelle è guidato da Francesco Cammarata. Gli altri candidati sono: Flavio Ibba, Alessio Nicoletti, Egidio Castelli, Raffo Mauro Della Porta e Raffaella Greco.

VENETO
Rovigo – Il centrosinistra si presenta diviso. Se da una parte, infatti, il Pd, Api, Psi, autonomisti ambientalisti e la lista civica Rovigo si ama appoggiano la candidatura di Federico Frigato, dall’altra l’Idv e Sel sostengono Giovanni Nalin. I Verdi, Pdci , Prc e due liste civiche (Aria Pulita e Granzette con Cantonazzo) hanno, invece, come capolista Matteo Masin. Il centrodestra è guidato da Bruno Piva che gode dell’appoggio di Pdl, Lega nord, La destra, Adc, Fiamma tricolore e delle liste civiche Destra per il Polesine, una squadra per il cambiamento e la lista Magaraggia. Anche il Terzo polo si presenta diviso: da una parte Riccardo Rizzo per l’Udc e Giacomo Labarbuta per il Fli. A guidare il Movimento 5 stelle è Michela Furin. I candidati sono: Renato Borgato, Maurizio Bordin, Mattia Giolo e Antonio Gianni Saccardin.

FRIULI VENEZIA GIULIA
Trieste – Il centrodestra presenta la candidatura di Roberto Antonione, Pdl, sostenuto - oltre che dal suo partito - da Partito pensionati, Destra sociale Fiamma tricolore nonché dalla lista Antonione e dalla lista civica Dipiazza. La Lega nord corre da sola con Massimiliano Frediga. Lo sfidante di centrodestra è Roberto Cosolini, sostenuto da Pd, Idv, Sel, Fds, Psi, e dalle liste civiche: Cittadini per Trieste e Trieste Cambia - la lista civica con Cosolini sindaco. Il Terzo polo si presenta diviso: da una parte l’Udc sostiene Edoardo Sasco, dall’altra il Fli appoggia Michele Lobianco. I grillini del Movimento 5 stelle sono guidati da Paolo Menis. Gli altri candidati sono: Franco Bandelli, Renzo Maggiore, Uberto Fortuna Drossi e Maurizio Frogar.

Pordenone – Il centrosinistra si presenta diviso. Da una parte il Pd, con le liste civiche Bolzonello e Vivo Pordenone candidano Claudio Pedrotti, mentre l’Idv, Sel e la lista civica Del Ben sostengono Giovanni Del Ben. Il centrodestra candida Giuseppe Pedicini, appoggiato da Pdl, Lega nord, Pensionati e lista civica Nuova Pordenone. Anche il Terzo polo si presenta diviso: l’Udc è capeggiata da Maurizio Salvador, mentre l’Api e la lista civica Futuro Pordenone schiera Alberto Rossi. Giovanni Zanolin guida la lista civica Il Ponte.

EMILIA ROMAGNA

Bologna – Il centrosinistra candida Virginio Merola che gode del sostegno di Pd, Idv, Federazione della Sinistra (Fds), il raggruppamento che comprende Prc e Pdci, e da due liste civiche: Laici Socialisti Riformisti e una lista di vendoliani. PIl dl appoggia la candidatura del leghista Manes Bernardini. Più a destra si collocano: Anna Montella per La Destra ed Elisabetta Avanzi per Forza Nuova. Il candidato del Terzo polo è Stefano Aldovrandi, mentre il Movimento 5 stelle candida il grillino Massimo Bugani. Gli altri candidati sono: il centrista Daniele Corticelli, il comunista Michele Terra e il civico Angelo Maria Carcano.

TOSCANA
Arezzo – Il centrosinistra ripresenta il sindaco uscente Giuseppe Fanfani, sostenuto da Pd, Idv, Sel, Psi, da una lista di estrema sinistra che comprende Verdi, Prc e Pdci, oltre a “La lista civica la città di tutti”. La sfidante di centrodestra è Grazia Sestini, appoggiata da Pdl, Lega nord e La destra. Il candidato del Terzo polo è Luigi Scatizzi che si presenta con Api, Fli e Udc. Il candidato sindaco dei “grillini” per il Movimento 5 stelle è Lucio Bianchi. Gli altri candidati appoggiati da liste civiche sono: Francesco Macrì, Gabriele Chiurli, Guglielmo De Marinis, Luigi Lucherini, Armando Cherici.

Siena – Franco Ceccuzzi è il candidato del centrosinistra, appoggiato da Pd, Idv, Sel, Fds, Riformista e la Lista civica Siena futura. Lo sfidante del centrodestra è Alessando Nannini, sostenuto da Pdl, Lega nord e da due liste civiche: Io amo Siena e Mimento Difesa Senesità. Il terzo polo schiera Gabriele Corradi che gode dell’appoggio di Udc, Fli, Api e di due liste civiche: Per Corradi sindaco e Lcs senesi. Il Movimento cinque stelle è guidato da Michele Pinassi, mentre Sinistra per Siena da Laura Vigni.

Grosseto – Il centrosinistra ripresenta il sindaco uscente Emilio Bonifazi, sostenuto da Pd, Idv, Udc-Api e dalla Lista civica Insieme mentre l’estrema sinistra di Sel, Pdci, Rfc e Verdi appoggia la candidatura di Cristina Citerni. ll centrodestra schiera Mario Lolini che può contare sull’appoggio di Pdl, Lega nord, La destra e la Lista civica Nuovo polo per Grosseto. Il Movimento cinque stelle presenta Giacomo Gori. Gli altri due candidati sono: Alessandro Bragaglia e Massimo Felicioni.

MARCHE
Fermo – il centrodestra candida Ester Maria Rutili, sostenuta da Pdl, Lega nord, Fli, Pid, La destra e da tre liste civiche: Movimento per l'Impegno Sociale, Movimento Fermano e Fermo libera. Il centrosinistra è guidato da Nella Brambatti che gode del sostegno di Pd, Idv, Sel, Fds e dalle liste civiche per Fermo e Fermo Si Muove. Il terzo polo, comprendente Udc, Fli e la lista civica Nuovo polo, appoggia la candidatura di Giampiero Gallucci. Gli altri candidati sono:Gaetano Massucci, Luciano Romanella e Vittorio Traini.

LAZIO
Latina – Giovanni Di Giorgi è il candidato del centrodestra sostenuto da Pdl, Udc e La Destra, mentre il centrosinistra presenta Claudio Moscardelli con una coalizione che comprende Pd, Idv, Sel, Api, Psi e due liste civiche: Si per Latina e Agricoltura Mare Turismo. A fare da terzo incomodo c’è la lista “fasciocomunista” Pennacchi per Latina-Fli guidata da Filippo Cosignani, mentre Giuseppe Vacciano è il candidato del Movimento 5 stelle. Gli altri candidati sono: Giancarlo Nardin, Ruggero Mantovani, Sergio Sciaudone, Marco Fioravante, Marco Gallo, Delio Redi, Giampiero Oddi,Franco Autieri, Danilo Calvani.

CAMPANIA
Napoli – Il centrosinistra candida il prefetto Mario Morcone, appoggiato da Pd, Sel e da due liste civiche: Socialisti laici ecologisti verdi (centrosinistra) e Le competenze per Napoli. L’Idv che corre insieme alla Fds, Partito del sud e alla lista civica Napoli è tua, propone l’ex magistrato Luigi De Magistris. Il centrodestra schiera invece l’imprenditore Gianni Lettieri, appoggiato da Pdl, Adc, Pri, Pid, La destra, Partito pensionati, Libertà e Autonomia Noi Sud, Terzo polo di centro–Dc e la liste civiche: Liberi e Giovani in corsa. Per il Terzo polo si presenta Raimondo Pasquino, appoggiato da Fli, Udc, Api e la Lista civica la città. L’Udeur e la Lista civica Mastella per Napoli candidano Clemente Mastella, mentre i grillini del Movimento cinque stelle presentano il giovane Roberto Fico. Gli altri candidati sono: Ciro Formisano, Giuseppe Marziale, Raffaele Di Monda e Vittorio Lamberti.

Benevento – Il centrosinistra ripresenta il sindaco uscente Fausto Pepe che può contare sull'appoggio del Pd, Idv, Sel, Api e di tre liste civiche: Lealtà per Benevento, Unione per Benevento e Benevento in movimento. Il centrodestra candida Raffaele Tibaldi, sostenuto da Pdl, La destra, Adc, Pid, Forza del Sud, e dalle liste civiche: Azione sociale Sud e Io amo Benevento. Il terzo polo presenta Carmine Nardone, appoggiato da Udc, Psi, dai mastelliani dell'Udeur e da quattro liste civiche: Territorio e libertà, Sud innovazione legalità, Città nuova, Noi e voi per Benevento. Infine alla guida della lista civica Ora si presenta Antonio Medici.

Caserta – Il centrosinistra si presenta con Carlo Marino che gode del sostegno di Pd, Idv, Sel, Fds, Psi e da due liste civiche: Acqua pubblica e Caserta libera. Alla guida del centrodestra si candida Pio del Glaudio, appoggiato da Pdl, Udc, Adc, Nuovo Psi, Forza del sud, Libertà e autonomia Noi Sud, Democrazia cristiana Alleanza di popolo e dalle liste civiche: Caserta più e Stop camorra. Il Terzo polo, comprendente Fli, Api, Udeur e la Lista civica sei Caserta, sostiene Luigi Falco. Gli altri candidati sono: Caterina Corse, Nicola Melone e Antonio De Falco.

Salerno – Il centrosinistra ripresenta il sindaco uscente ed esponente Pd Vincenzo De Luca, appoggiato da democrat, Sel, Psi e due liste civiche: Salerno per i giovani e Campania libera. L’Idv, Fds e la Lista Civica Salerno Democratica appoggiano, invece, Rosa Egidio Masullo. Anna Ferrazzano è la candidata del centrodestra, sostenuta da Pdl, Adc-La destra, Libertà e autonomia Noi Sud e da due liste civiche: Principe Arechi e Alleanza per Salerno. Il Terzo polo presenta la candidatura di Salvatore Gagliano che gode dell’appoggio di Udc, Udeur e Api, mentre il Partito di alternativa comunista appoggia Valerio Torre.

PUGLIA
Barletta - A guida del centrosinistra si presenta il sindaco uscente Nicola Maffei, sostenuto da Pd, Idv, Sel, Psi, Federazione della Sinistra (Prc+Pdci), Api e dalla lista civica la Buona politica. La sfidante del centrodestra è Mariagrazia Francesca Vitobello, appoggiata da Pdl, Fiamma tricolore e da altre quattro liste civiche: Barletta in rosa, Barletta vale, Nuova generazione, Pdc, La Puglia prima di tutto-M. P. Schittulli. Il Terzo polo si presenta diviso: Fli, insieme alla Lista civica voglio te, candida Ruggiero Di Benedetto, mentre l'Udc, insieme alla Lista civica SiAmo Barletta e la lista Mida, candida Giuseppe Dipaola. Sabrina Salerno è la capolista per i Verdi, mentre Giuseppe Paolillo è il candidato di Io Sud. Gli altri candidati sono Vincenzo Torre, Raffaella Maria Patrizia Porreca Salerno, Michele Rizzi e Nicola Silvano Barracchia.

CALABRIA
Catanzaro – Il centrosinistra schiera Salvatore Scalzo, sostenuto da Pd, Idv, Sel, Fds e dalle liste civiche: Svolta democratica e Giovane e democratica. A guidare la coalizione di centrodestra è Michele Traversa, appoggiato da Pdl, Udc, Adc, Socialisti – Popolari Udeur, Fiamma Tricolore, Libertà e autonomia Noi Sud e da varie liste civiche: Scopelliti presidente, Per Catanzaro, Democrazia e centralità, Traversa sindaco e Catanzaro da vivere. Il Terzo polo si presenta diviso: da una parte il Fli che, insieme alla lista civica con Ciambrone per il futuro candida Luigi Ciambrone, mentre l’Api e la lista Autonomia e diritti candida Antonio Argirò. Gli altri candidati sono Francesco Aroma, Luciano Celia e Pantaleo Pasquale Fioresta.

Reggio Calabria – Il candidato di centrodestra è Demetrio Arena, appoggiato da Pdl, Udc, Adc, Pri, Fiamma tricolore, Popolari liberali, Socialisti uniti-Nuovo Psi, Patto cristiano esteso e dalle liste civiche: Sud, Reggio futura e Scopelliti presidente. Il centrosinistra si presenta diviso. Pd e Prc, insieme alle liste civiche Ethos e Energia pulita candidano Massimo Canale, mentre Idv, Sel e Pdci appoggiano Aldo De Caridi. Carlo Maria Salvatore Sbano è il candidato del Fli. Gli altri candidati sono Giuseppe Siclari e Giuseppe Bova.

Cosenza – il centrosinistra ripresenta il sindaco uscente Salvatore Perugini sostenuto da Pd, Psi e Pri. Sempre a sinistra Enzo Paolini guida una coalizione comprendente Idv, Sel, Pli, Verdi, Psdi-Socialisti Uniti–Socialisti liberali, mentre la Fds con la lista civica Obiettivo Sud candida Alessandra La Valle. Il centrodestra candida l’Udc Mario Occhiuto, appoggiato da Pdl, Adc, Nuovo Psi, Popolari liberali, Moderati e le liste civiche: Mario Occhiuto sindaco, Scopelliti presidente e Cosenza sostenibile. I grillini candidano Ivan Pastore, mentre il Terzo polo schiera Sergio Nucci, appoggiato da Fli, Patto per il Sud e dalle liste civiche: Terzo polo, Siamo Noi, per Sergio Nucci sindaco.

Crotone – il centrosinistra ripresenta il sindaco uscente Peppino Vallone che può contare sull’appoggio di Pd, Idv, Sel, Fds, Psdi, Libertà e autonomia Noi Sud - Udeur Popolari, Socialisti, Autonomia e Diritti e la lista civica siamo Crotone. Il centrodestra candida l’Udc Dorina Bianchi, appoggiata da Pdl, La destra, Libertas Democrazia Cristiana e le liste civiche: Scopelliti presidente e Crotone al centro. Il Terzo polo presenta Giusy Regalino, sostenuta da Api, Polo di centro, e le liste civiche: Demokratici e Manifesto per Crotone. Gli altri candidati a sindaco sono: Andrea Arcuri, Pasquale Senatore, Silvano Cavarretta e Linda Monte, Vincenzo Voce e Francesco Pesce.

SARDEGNA
Cagliari – Il centrodestra candida il centrista Massimo Fantola, sostenuto da Pdl, Udc, Pid, Movimento per l'Autonomia (Mpa), La destra, i Riformatori sardi, Partito sardo d'azione (Psd'az), Unione della Sardegna (Uds), Forzta Paris e dalle liste civiche Giovani Centro e Patto per Cagliari. Lo sfidante di centrosinistra è il vendoliano Massimo Zedda, appoggiato da Pd, Idv, Sel, Fds, Psi, Verdi, Rossimori e la Lista civica meglio di prima non ci basta. Il Fli schiera il suo coordinatore regionale, Ignazio Artizzu, che gode dell'appoggio anche di altre due liste civiche: Libertas democrazia cristiana e Movimento civico sardo. I grillini puntano sulla giovane Emanuela Corda, gli indipendentisti si presentano con Claudia Zuncheddu e il Movimento sociale (Msi-Dn) si affida a Gianmario Muggiri. Gli altri candidati a sindaco sono Michela Melotti, Ornella Demuru, Patrizia Serra.

Carbonia – Giuseppe Casti si candida a sindaco per il centrosinistra con l'appoggio di Pd, Sel, Fds, Psi, Democratici cristiani sardi e con le liste civiche Federazione dei movimenti e Cittadini per Carbonia. Il centrodestra (Pdl+Udc) presenta la candidatura di Antonello Mereu. Corse solitarie per l'Idv con Diego Fronterrè e per i sardisti del Psd'az con Luciano La Mantia. Gli altri candidati a sindaco sono Giovanni Murgioni, Alberto Zonchello e Peppino La Rosa.

Iglesias – il centrosinistra si presenta con Marta Testa, appoggiata da Pd, Sel, Fds e dalla Lista Civica Iglesias in Testa, mentre per il centrodestra Luigi Perseu guida una coalizione composta da Pdl, Udc e Psd’az. A fare da terzo incomodo il candidato indipendentista dell’Indipendentzia Repubrica de Sardigna (Irs),Sandro Esu.

Olbia - L’ex sindaco Giovanni Maria Enrico Giovannelli, eletto tre anni fa col centrodestra e recentemente passato dal pdl a Fli, ora si ripresenta con una coalizione di centrosinistra molto allargata che comprende: Pd, Idv, Sel, Unione Popolare Cristiana (Upc), i terzopolisti della lista civica Polo per l'Italia e da altre due liste civiche: Per Olbia e Pari opportunità. Il centrodestra ripropone un altro ex sindaco, Settimo Nizzi, sostenuto da Pdl, Udc, La destra, Psd’az, Riformatori sardi–Liberaldemocratici, Democrazia cristiana e Italia federale. La Lega nord candida Giovanni Nicolò Puggioni. Gli altri candidati sono Cristina Dessole, Lisa Corimbi e Gianmaria Bellu.

Villacidro - Il centrodestra si presenta con la lista civica Anch’io per Villacidro, capeggiata dal giovane Antonio Silanos, mentre la lista centrosinistra per Villacidro schiera Teresa Maria Pani. I finiani, con la lista civica Villacidro Futura candida Gessica Pittau, mentre la lista civica (di estrema sinistra) Progetto comune è guidata da Antonio Muscas.
(spk) 12 Maggio 2011 17:31