Roma - Le elezioni amministrative saranno un probante test nazionale sia per il governo che per le opposizioni. Un test che riguarda innanzitutto il rinnovo dei consigli comunali di Milano, Torino, Bologna e Napoli. La prima è una roccaforte berlusconiana (e anche in questa circostanza un successo del centrodestra - al primo turno o eventualmente al ballottaggio - resta l’esito più probabile), le altre tre sono città storicamente “rosse”. Ma in questa tornata elettorale Napoli potrebbe cambiare colore politico. Per questo il capoluogo campano rappresenta il vero test di questa tornata elettorale: se un successo del centrosinistra a Torino e Bologna rispetterebbe i pronostici, una vittoria del centrodestra a Napoli gli assegnerebbe un punto decisivo nella partita che sarà disputata a livello nazionale domenica e lunedì. La città partenopea per tutta la Seconda repubblica è stata nelle mani di Antonio Bassolino prima e di Rosa Russo Iervolino poi. Ma, viaggiando a ritroso nel tempo, ci si imbatte - per quanto riguarda Napoli - in un evidente dominio del centrosinistra, che - includendo anche alcuni sindaci socialisti della Prima repubblica - ha governato la città per poco meno di 40 anni. Nel 1993 Napoli usciva dal breve commissariamento straordinario di Aldo Marino e Bassolino venne candidato dal Pds per scontrarsi con la missina Alessandra Mussolini, che sconfisse al ballottaggio con il 55, 6 per cento. Quattro anni dopo fu rieletto al primo turno con il 73 per cento e rimase sulla poltrona più alta del comune di Napoli fino al 2000 quando si dimise per candidarsi alla presidenza della regione.
Nel 2001 è iniziata l'era dell'ex margheritina Rosa Russo Iervolino che vinse al ballottaggio con il 53 per cento, mentre nel 2006 vinse col 57 per cento al primo turno. Ma la sinistra napoletana vanta lunghi periodi di governo anche durante la Prima repubblica con il comunista Maurizio Valenzi che guidò il comune ininterrottamente dal 1975 fino al 1983. Un anno dopo Valenzi lasciò Napoli e si diresse per Bruxelles, dopo essere stato eletto alle Europee. Dopo un breve periodo di commissariamento, il suo posto fu preso per tre mesi dal socialdemocratico Francesco Picardi. Da aprile a novembre 1984 la poltrona di primo cittadino spettò a due democristiani: prima Vincenzo Scotti e poi Mario Forte.
Da allora fino al 1990, per sei anni, il comune di Napoli fu retto da sindaci di estrazione socialista come Pietro Lezzi (1987-1990) e Nello Polese (1990-1993) e in entrambi i casi in coalizione con la Dc, nel rispetto dello schema pentapartitico nazionale. Il sindaco che chiuse l'era della Prima repubblica partenopea fu però il democristiano Francesco Tagliamonte che nel 1993 governò da aprile ad agosto. In conclusione, di fatto, dal 1975 ad oggi Napoli è stata retta quasi ininterrottamente da sindaci di sinistra, provenienti dal Pci-Pds-Ds-Pd o dal Psi, fatta eccezione per sette mesi nel 1984 e 4 mesi nel 1993.
(spk) 13 Maggio 2011 12:03
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