Roma, 12 ott (Velino) - Veltroni va da Fazio, Rutelli resta a
casa ammalato, Prodi manda solo un messaggio e Parisi diserta. Un congresso,
quello del Pd, privo dei suoi padri fondatori ma denso di polemiche. Se da un
lato, infatti, Bersani ha dichiarato di voler “riaprire il cantiere dell’Ulivo
con movimenti politici e civici disposti al dialogo con noi e lavorare a un
quadro ampio di alleanze politiche”, dall'altro Franceschini si è limitato a
difendere la scelta dello strumento delle primarie, che anche secondo il
senatore Ceccanti sarebbero a rischio in caso di vittoria di Bersani. Ma
Franceschini ha anche polemizzato con Epifani per la sua scelta di sostenere
Bersani, scrivendo su Twitter che: “Epifani vota Bersani perché al Pd serve
un'identità... Eh, Guglielmo, il Pd ha già scelto l'unità che i lavoratori
aspettano dai sindacati...”. È inoltre interessante notare come Bersani,
sull'editoriale del Foglio di oggi riceva il sostegno anche di Giuliano
Ferrara, secondo cui l'ex ministro del governo Prodi è “una persona seria” e
“non lo si è sentito in prima fila nella lotta contro la mignottocrazia”,
mentre i sostenitori di Franceschini siano molti di meno e molto più defilati.
Rutelli è pronto a uscire dal partito, mentre Veltroni non si mai fatto vedere
accanto al suo “ex numero due” e soltanto ieri nella trasmissione “Che tempo
che fa” ha rivendicato la sua gestione del partito e confermato a Franceschini
un sostegno scontato da tempo. D'Alema, invece, dopo l'attacco di Franceschini
sempre sul tema del peso del voto degli iscritti e delle primarie, oggi ha
risposto che non desidera: “lo scontro con Franceschini. Ma è curioso che il
segretario del mio partito, per andare sui giornali, debba attaccare me. Forse
è una delle ragioni per cui bisogna cambiare il segretario”. E sempre tramite
Twitter è subito arrivata la controreplica di Franceschini: "D'Alema e'
fantastico! Dice che se verro' eletto io gli iscritti se ne andranno dal Pd. Io
rispondo che non e' vero e lui dice che l'attacco". Il “terzo incomodo”
Ignazio Marino, ormai fuori dai giochi con appena l' 8 per cento dei voti
ottenuti al congresso, ne ha quindi approfittato per sottolineare che “noi oggi
ci ritroviamo di nuovo nella vecchia sfida tra Veltroni e D'Alema. Stiamo
imbrigliando la sinistra del nostro Paese in questo dibattito personale che va
avanti da ormai vent'anni e non vediamo invece quali sono le sfide della nostra
modernità”.
(spk) 12 ott 2009 16:26
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