Roma, 5 ott (Velino) - Giuseppe Caldarola, deputato diessino dal
2001 al 2008 ed ex direttore dell’Unità, attualmente è editorialista del
Riformista.
Che significato attribuisce alla manifestazione di sabato per la
libertà di stampa?
"È stata un’importante manifestazione antiberlusconiana. È sceso in campo un movimento guidato da giornali anchorman di sinistra. Io credo che in questo Paese non sia minacciata la libertà di stampa, poi, è ovvio, ci sono programmi che piacciono e che non piacciono".
"È stata un’importante manifestazione antiberlusconiana. È sceso in campo un movimento guidato da giornali anchorman di sinistra. Io credo che in questo Paese non sia minacciata la libertà di stampa, poi, è ovvio, ci sono programmi che piacciono e che non piacciono".
Ma alla manifestazione di sabato c’erano stand delle varie
sinistre, magliette con la stella rossa e il Che, della Cgil, striscioni degli
insegnanti precari, bandiere della pace e del Partito democratico. Che cosa ha
a che fare tutto questo con la libertà di stampa?
"La manifestazione era una specie di riedizione dei
girotondi. Sabato il primato se lo sono presi Ezio Mauro e Travaglio, non
Franceschini o Bersani, che si sono trovati in una piazza che non guidano
più".
Secondo lei Minzolini ha fatto bene a intervenire con il suo editoriale nel tg1 delle 20 di sabato?
"Minzolini ha sbagliato per ragioni di opportunità, ma è anche vero che lui ha diritto di parola, come Santoro ed altri".
Lei pensa che se domani la Corte Costituzionale dovesse respingere il lodo Alfano, il ricorso alle urne sarebbe inevitabile? E in tal caso chi vincerebbe?
Secondo lei Minzolini ha fatto bene a intervenire con il suo editoriale nel tg1 delle 20 di sabato?
"Minzolini ha sbagliato per ragioni di opportunità, ma è anche vero che lui ha diritto di parola, come Santoro ed altri".
Lei pensa che se domani la Corte Costituzionale dovesse respingere il lodo Alfano, il ricorso alle urne sarebbe inevitabile? E in tal caso chi vincerebbe?
"Sì, se domani il lodo verrà bocciato si creeranno le
condizioni per tornare alle urne perché si aprirebbe un clima drammatico per il
Paese. In queste condizioni vincerebbe però nuovamente Berlusconi, ma stavolta
l’area giustizialista di Beppe Grillo e Antonio Di Pietro toglierebbero molti
voti al Partito democratico".
(spk) 5 ott 2009 19:44
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