venerdì 20 aprile 2012

Pd: a rischio la leadership di Bersani










di Francesco Curridori
  



venerdì 09 settembre 2011

Caso Penati e referendum sulla legge elettorale. Su questi temi Pier Luigi Bersani si gioca il ruolo di segretario del Partito democratico. A far traballare lo scranno di Bersani è soprattutto Filippo Penati, o meglio le inchieste che lo riguardano. L'ex presidente della provincia di Milano, nonché ex capo della segretaria bersaniana, è accusato non solo di aver ricevuto tangenti quando era sindaco di Sesto san Giovanni, la Stalingrado d'Italia, ma è di questi giorni la notizia dell’imputazione anche del reato di corruzione. Non solo. L’inchiesta si sta allargando e nelle intercettazioni spunta anche il nome di Angelo Rovati, ex consulente economico di Prodi all'epoca del suo governo di centrosinistra. L'imbarazzo creato dalla vicenda ha portato a un'inchiesta interna, svolta da una commissione di garanzia presediuta dall'ex ministro Luigi Berlunguer, che pur di mantenere immacolata l'immagine del Pd ha modificato a suo piacere lo statuto. Autosospensione momentanea è stato il verdetto della commissione. Si potrebbe parafrasare colpirne uno per 'salvare' tutti. A onor del vero, però, prima di questa sentenza Filippo Penati, dopo le numerose richieste dei vertici del partito, dichiarò la sua volontà di rinunciare alla prescrizione. L'inchiesta di Monza si sta allargando, seppur buona parte della stampa riservi la notizia in seconda pagina, e si scoprono gli intrecci sempre più stretti tra affari e politica che riguarderebbero, secondo i vari filoni d'indagine, anche le cooperative rosse. Sembra sempre più difficile che per uscire dal pantano basti aver fatto fuori «il compagno» Penati.
La leadership di Bersani che, apparentemente non sembra risentire di troppi contraccolpi, viene comunque sempre più messa in discussione da chi ambisce al ruolo di segretario. È della scorsa settimana l’intervista con cui Matteo Renzi dalle pagine del 'Corriere della Sera' ha sancito la sua definitiva discesa in campo. Il sindaco di Firenze ha anche abdicato al suo ruolo di guida dei rottamatori e ha rotto con il suo compagno di viaggio Giuseppe Civati, consigliere regionale del Pd lombardo e membro della direzione nazionale del partito. Per Renzi ormai il tema generazionale non è più centrale e quindi si può fare a meno di Civati per puntare  alla leadership. Ma, come ha spiegato il presidente del Pd Rosi Bindi, questo obiettivo per l’attuale sindaco di Firenze sarebbe raggiungibile solo se fuoriuscisse dal partito in quanto, secondo lo statuto, la candidatura a leader del centrosinistra spetta solo al segretario che, al momento, è Bersani. Per sbloccare l'impasse si dovrebbe nuovamente modificare lo statuto. Sempre per quanto riguarda il rapporto tra le contingenze politiche del momento e il rispetto delle regole interne a tenere banco è anche il tema delle legge elettorale.
Le 'vecchie glorie' del centrosinistra Arturo Parisi e Pier Lugi Castagnetti hanno iniziato, con il sostegno di quasi tutta la minoranza veltroniana, la raccolta delle firme per il ritorno al Mattarellum. Referendum appoggiato con gran forza anche da Romano Prodi ma non da Bersani che per non scontentare nessuno non ha preso una decisione netta ma si è limitato a dire: «siamo amichevoli con il movimento della società civile che vuole cancellare la legge elettorale», ma «il Mattarellum non è la nostra proposta», perché «il Pd ha la sua proposta di riforma presentata in Parlamento». Ed è proprio questo a creare discordia. In luglio il Pd ha presentato un suo progetto di legge elettorale, tutt'ora sostenuto da Massimo D'Alema, Giuseppe Fioroni e Luciano Violante. Il ritorno al Mattarellum, infatti, metterebbe in difficoltà coloro che vogliono un'alleanza con il Terzo Polo e perciò questi ritengono che il partito su questo tema non possa cambiare posizione ogni paio di mesi. Sta di fatto che il Pd sulla legge elettorale è diviso sin dalla sua nascita e non è roba da poco perché da questa dipendono le strategie future e le alleanze per il 2013 nonché il nome di chi sarà alla guida della coalizione di centrosinistra. Bersani o un papa straniero?

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