http://www.fareitaliamag.it/2011/10/25/non-siano-i-dinosauri/
Segnalazione, raccomandazione, cooptazione. Qui Pd, Pdl e correnti
varie c’entrano ben poco o quasi. La situazione dei giovani in Italia
prescinde dalla politica, o meglio la situazione dei giovani impegnati
in politica è lo specchio della precarietà e dello smarrimento che molti
della mia età vivono attualmente. Le varie correnti nate di recente nel
Pd dalla volontà di giovani trentenni e quarantenni intendono
sbarazzarsi della classe dirigente che governa la sinistra dagli ultimi
venti o trent’anni.
In principio erano soltanto rottamatori, ora sono anche giovani
turchi o giovani curdi, zingarettiani o “civacchiani” (neologismo per
indicare i “seguaci” di Civati e Serracchiani) etc. A differenza dei
black block apolitici e anarchici che hanno devastato Roma, questi sono
tutti giovani impegnati in politica ma impegnati soprattutto ad
affrancarsi dalla vecchia classe dirigente da cui spesso sembrano
cercare l’approvazione. La frammentarietà dei giovani democratici deriva
dalla difficoltà di avere dei punti di riferimento, delle personalità
da cui prendere esempio e non da rottamare. Bisogna però riconoscere che
almeno a sinistra qualcosa si sta muovendo anche se c’è il rischio che
queste leve emergenti ragionino con gli stessi schemi mentali dei vari
D’Alema e Veltroni.
I giovani in politica non possono essere la brutta copia dei
“dinosauri”. Le differenti visioni sulla politica economica che in
questi giorni sono state presentate in casa Pd rischiano di sostituire
l’eterna lotta tra dalemiani e veltroniani con la lotta tra i giovani
turchi di Stefano Fassina che si richiamano alla socialdemocrazia e i
giovani curdi che propongono una ricetta economica più liberale e meno
legata ai sindacati.
Nel centrodestra, invece, da questo punto di vista c’è un immobilismo
totale. La palla è in mano agli Stracquadanio di turno che pensano che
una ragazza per far politica deve essere bella e intraprendente a letto o
in mano agli eterni giovani come Formigoni (che di primavere ne ha
sessanta) o ai quarantenni come Angelino Alfano che hanno il peccato
originario della cooptazione. L’ex ministro della Giustizia, sebbene
esperto e preparato, è stato eletto per acclamazione su indicazione di
Silvio Berlusconi e non tramite uno strumento democratico come le
primarie. Angelino Alfano è comunque un nome su cui puntare perché se è
vero che un vecchio come Berlusconi, nel bene o nel male, ha dato
un’anima al centrodestra, solo un giovane può dare un’ossatura al Pdl o
meglio al futuro partito di ispirazione popolare. Alfano da solo però
non basta e non basta nemmeno la lotta al “velinismo”. Da una parte
Massimo D’Alema e Walter Veltroni, dall’altra Silvio Berlusconi. Forse è
arrivato il tempo che i giovani si prendano da soli il futuro e che,
senza aspettare benedizioni di chissà quale tipo, diventino loro stessi
esempio per i coetanei, per i padri o per i nonni. Non possiamo lasciare
che la gestione di una riforma come quella delle pensioni, che riguarda
direttamente le nuove generazioni, venga appaltata ai sessantenni e ai
settantenni. Non basta e non serve indignarsi, è necessario assumere autorevolezza e imporre la propria agenda setting.
di Francesco Curridori tratto da:
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