venerdì 20 aprile 2012

Non siano i dinosauri a decidere delle nostre pensioni

di Francesco Curridori tratto da: http://www.fareitaliamag.it/2011/10/25/non-siano-i-dinosauri/

 Segnalazione, raccomandazione, cooptazione. Qui Pd, Pdl e correnti varie c’entrano ben poco o quasi. La situazione dei giovani in Italia prescinde dalla politica, o meglio la situazione dei giovani impegnati in politica è lo specchio della precarietà e dello smarrimento che molti della mia età vivono attualmente. Le varie correnti nate di recente nel Pd dalla volontà di giovani trentenni e quarantenni intendono sbarazzarsi della classe dirigente che governa la sinistra dagli ultimi venti o trent’anni.
In principio erano soltanto rottamatori, ora sono anche giovani turchi o giovani curdi, zingarettiani o “civacchiani” (neologismo per indicare i “seguaci” di Civati e Serracchiani) etc. A differenza dei black block apolitici e anarchici che hanno devastato Roma, questi sono tutti giovani impegnati in politica ma impegnati soprattutto ad affrancarsi dalla vecchia classe dirigente da cui spesso sembrano cercare l’approvazione. La frammentarietà dei giovani democratici deriva dalla difficoltà di avere dei punti di riferimento, delle personalità da cui prendere esempio e non da rottamare. Bisogna però riconoscere che almeno a sinistra qualcosa si sta muovendo anche se c’è il rischio che queste leve emergenti ragionino con gli stessi schemi mentali dei vari D’Alema e Veltroni.
I giovani in politica non possono essere la brutta copia dei “dinosauri”. Le differenti visioni sulla politica economica che in questi giorni sono state presentate in casa Pd rischiano di sostituire l’eterna lotta tra dalemiani e veltroniani con la lotta tra i giovani turchi di Stefano Fassina che si richiamano alla socialdemocrazia e i giovani curdi che propongono una ricetta economica più liberale e meno legata ai sindacati.
Nel centrodestra, invece, da questo punto di vista c’è un immobilismo totale. La palla è in mano agli Stracquadanio di turno che pensano che una ragazza per far politica deve essere bella e intraprendente a letto o in mano agli eterni giovani come Formigoni (che di primavere ne ha sessanta) o ai quarantenni come Angelino Alfano che hanno il peccato originario della cooptazione. L’ex ministro della Giustizia, sebbene esperto e preparato, è stato eletto per acclamazione su indicazione di Silvio Berlusconi e non tramite uno strumento democratico come le primarie. Angelino Alfano è comunque un nome su cui puntare perché se è vero che un vecchio come Berlusconi, nel bene o nel male, ha dato un’anima al centrodestra, solo un giovane può dare un’ossatura al Pdl o meglio al futuro partito di ispirazione popolare. Alfano da solo però non basta e non basta nemmeno la lotta al “velinismo”.  Da una parte Massimo D’Alema e Walter Veltroni, dall’altra Silvio Berlusconi. Forse è arrivato il tempo che i giovani si prendano da soli il futuro e che, senza aspettare benedizioni di chissà quale tipo, diventino loro stessi esempio per i coetanei, per i padri o per i nonni. Non possiamo lasciare che la gestione di una riforma come quella delle pensioni, che riguarda direttamente le nuove generazioni, venga appaltata ai sessantenni e ai settantenni. Non basta e non serve indignarsi, è necessario assumere autorevolezza e imporre la propria agenda setting.

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