di
Francesco Curridori
|
|
mercoledì
09 febbraio 2011
|
Il centro-sinistra italiano è allo sbando. Non è un
giudizio di valore ma un dato di fatto che scaturisce da due importanti
quesiti. Il primo: quali e quante sono le opposizioni a Berlusconi? Secondo:
quali e quante sono le opposizioni dell'opposizione a Berlusconi? Mi spiego meglio. Nel Pd, allo stato attuale delle
cose, il leader è il segretario Pier Luigi Bersani. Il movimento
democratico, la corrente guidata dall'ex segretario Walter Veltroni, è
all'opposizione della maggioranza bersaniana. La corrente capitanata dal
sindaco di Firenze Matteo Renzi vuole rottamare sia Bersani che Veltroni.
All'opposizione della vocazione maggioritaria
riproposta recentemente da Veltroni, oltre a Bersani, ci sono naturalmente
tutti i partitini di sinistra esclusi dal Parlamento nel 2008, ossia i Verdi, i socialisti e la Federazione della
Sinistra (Rifondazione comunista e Pdci) che sperano nella rinascita
dell'Ulivo (nuovo o vecchio non si è ancora capito). Ma da martedì c'è
pure lo stesso Walter Veltroni che dalla trasmissione di Andrea Vianello,
Agorà, si è dichiarato favorevole ad una specie di «Santa alleanza»
costituente, che in poche parole significa «tutti contro Silvio». Ma non
finisce qui, perchè all'opposizione di questa proposta c'è Nichi Vendola,
leader di Sinistra e Libertà e governatore della Puglia, che ha ribadito
la sua contrarietà ad un'alleanza con il Terzo Polo. E dentro il nascente
Terzo Polo c'è un'opposizione interna a Futuro e Libertà che è contraria al
progetto terzapolista: di essa fa parte le politologa Sofia Ventura e
Alessandro Campi, che da pochi giorni ha lasciato la direzione scientifica
della fondazione FareFuturo, fondata nel 2007 dal presidente della
Camera Gianfranco Fini. Contro la scelta di Alessandro Campi di sfilarsi da
Futuro e Libertà si è espresso Filippo Rossi, suo compagno di viaggio dentro Fare
Futuro e direttore responsabile del giornale online ffwebmagazine.it,
secondo cui è giunta l'ora che anche gli intellettuali si schierino
apertamente contro Berlusconi. Poi c'è pure Luca Barbareschi, che è stato
molto critico verso le scelte di Futuro e Libertà e che ha avuto un vivace
«scambio di penne» con Gianfranco Fini.
Il fronte «giustizialista», invece, si è spaccato in
quattro. Da un lato c'è l'Italia dei
Valori di Antonio Di Pietro e dall'altro lato ci sono il Movimento a 5 stelle
di Beppe Grillo, il nascente movimento politico «legittima difesa» di Michele
Santoro e Marco Travaglio e Roberto Saviano che, con la sua manifestazione
«Libertà e Giustizia» tenutasi al Palasharp Milano sabato scorso, si è
guadagnato la stima di vari esponenti del centrosinistra che lo vorrebbero
persino come candidato premier. All'opposizione del fronte
giustizialista si possono ormai annoverare anche Domenico Scilipoti, Antonio
Razzi e Amerigo Porfidia, che hanno recentemente lasciato l'Italia dei Valori
per passare al gruppo di Iniziativa responsabile, che è ormai a tutti gli
effetti «la terza gamba» del governo. In sintesi, qualora si dovesse andare
ad elezioni, come ho già scritto all'inizio, non si saprebbe ancora né quali
né quanti sarebbero i componenti del fronte anti-Berlusconi né gli eventuali leaders
che lo comporrebbero.
|
Nessun commento:
Posta un commento