venerdì 20 aprile 2012

Fli: futuristi fasciocomunisti?











di Francesco Curridori
  



venerdì 22 aprile 2011

Ma il Fli è il partito dei futuristi? Dei futuribili? O dei fasciocomunisti? Il movimento futurista dei primi del ‘900 era nato con uno scopo preciso: far fuori la vecchia classe politica liberale e sostituirsi a essa. I futuristi del 2000 vogliono «fare futuro» con uomini che nella Prima Repubblica erano tutti in seconda fila, come per esempio Pier Ferdinando Casini (delfino di Arnoldo Forlani) e tanti altri. I futuribili, invece, hanno evoluto il loro pensiero politico perché ritenevano che non si potesse guardare all'Italia del 2000 con gli schemi ideologici del 1919, ma alcuni di essi si sono spinti un po' oltre, finendo con l'essere etichettati come fasciocomunisti.
Mi spiego meglio. L'evoluzione politica della destra italiana è stata utile, doverosa e ha portato sicuramente dei benefici. Il Movimento sociale italiano non ha mai rinnegato il fascismo, mentre Alleanza nazionale l'ha fatto. Sarà stata un'operazione dettata dall'opportunismo di Gianfranco Fini? E' probabile, ma, in ogni caso, ha permesso all'Italia di avere una destra democratica di governo. Alleanza nazionale, nel suo statuto, inoltre ha aperto la strada al libero mercato e ha chiuso definitivamente con l'antiamericanismo. Ora non voglio certo fare l'elogio di An, ma questo piccolo excursus storico è funzionale per capire il passaggio verso il futurismo ed fasciocomunismo di coloro che hanno seguito Gianfranco Fini.
Spesso si afferma che solo gli stupidi non cambiano idea, ma cambiarla fino ad arrivare al punto di sradicare le proprie radici e disorientare totalmente il proprio elettorato è un peccato imperdonabile. Sui temi etici e sull'immigrazione Fini e i finiani, a detta loro, si sono allineati alle destre europee e conservatrici, ma sul tema della giustizia l'antiberlusconismo sta spingendo una forza politica di destra verso posizioni dipietriste. I finiani rispondono a questa accusa affermando che loro si ispirano al principio della legalità, tipico della destra italiana. Ma l'antiberlusconismo di destra può spingersi fino alla sponsorizzazione di alleanza con gli avversari di una vita: il Partito democratico, l'Italia dei Valori e Sinistra ecologia e Libertà?
Italo Bocchino, che di fatto guida il partito, ha ribadito più volte che il simbolo di Futuro e Libertà non starà mai accanto a quello del Pd, ma i futuristi duri e puri si sono già esposti in favore delle liste fasciocomuniste. Proprio sul modo di confrontarsi con le altre forze d'opposizione si è consumato lo strappo tra Adolfo Urso e Filippo Rossi all'interno della fondazione FareFuturo.
Urso è considerato «una colomba finiana» che non perde occasione per rimarcare che il perimetro del Fli è e deve essere il centrodestra e per rimarcare questi principi ha dato vita all'associazione bipartisan FareItalia, a cui hanno aderito personalità politiche del terzo polo e del Pdl con lo scopo di riunificare tutte le aree moderate. Urso ha più volte smentito di voler tornare nel Pdl ma è stato anche sospettato di aver votato con il governo sulla proposta di sollevare il conflitto di attribuzione dei poteri sul caso Ruby. Rossi, invece, è un «falco» favorevole a un'alleanza con i dipietristi e i democratici: egli, fino a poco tempo fa, dirigeva ffwebmagazine.it, la rivista online della fondazione finiana, che è stata chiusa proprio da Urso ufficiosamente per mancanza di fondi, ma in realtà per via delle ormai insanabili divergenze politiche tra i due. Rossi non si è dato per vinto e, una volta estromesso dalla fondazione, ha iniziato a collaborare con il Fatto Quotidiano e ha creato il futurista.it, un quotidiano online che più di ogni altro ha sponsorizzato la nascita della lista fasciocomunista per le amministrative di Latina.
Per chi ne fosse all'oscuro Antonio Pennacchi è l'ultimo vincitore del premio Strega con il libro «Canale Mussolini», ma ha raggiunto la fama anni fa con «Il fasciocomunista», un libro autobiografico che racconta il tormentato passaggio di un giovane dall'Msi all'estrema sinistra. Pennacchi, che nella sua vita è stato nell'Msi, nel Pci e nel Psi, ora si è invaghito del Fli e proprio ieri alla Camera ha presentato la lista «Pennacchi per Latina», che vede come capolista Fabio Granata e lo stesso Filippo Rossi.
Ma la vera partita si gioca a Milano, dove il Fli al secondo turno appoggerà quasi certamente il vendoliano Pisapia, sebbene le dichiarazioni ufficiali dei big del partito non lo confermino. Il principio di fondo che spingerebbe verso questa scelta è il seguente: come giustifichiamo ai nostri elettori tutta le serie di strappi avvenuti in questi mesi con il Pdl, il governo e con il premier a livello nazionale, se poi appoggiamo la Moratti e decretiamo la vittoria di Berlusconi alle amministrative?
I problemi non si fermano a Milano, ma arrivano sino alla Campania di Bocchino, dove il partito si è spaccato perché Enzo Rivellini, segretario regionale del Fli, dopo aver cercato di ottenere per sè la candidatura a sindaco di Napoli, ha lasciato il suo incarico per appoggiare il candidato del Pdl, l'imprenditore Gianni Lettieri. A suo dire il candidato del terzo polo Raimondo Pasquino non avrebbe alcuna chance di battere il candidato di centrosinistra e il partito si sarebbe spostato troppo a sinistra. Ma le grandi alleanze dalla Campania si diffondono fino alla Sardegna, dove l'ex sindaco di Olbia Gianni Giovannelli, eletto col centrodestra nel 2007, ora si ripresenta come capolista di un coalizione civica che comprende Pd, Idv, Sel e Terzo Polo e di conseguenza anche Futuro e Libertà. Queste scelte, come è già stato detto, sono dettate dall'esigenza di assecondare un elettorato finiano ormai sempre più antiberlusconiano ma sarà alquanto difficile spiegare agli elettori la «grande ammucchiata» prevista per le prossime amministrative.

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