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venerdì 22 aprile 2011
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Mi spiego meglio.
L'evoluzione politica della destra italiana è stata utile, doverosa e ha
portato sicuramente dei benefici. Il Movimento sociale italiano non ha
mai rinnegato il fascismo, mentre Alleanza nazionale l'ha fatto. Sarà stata
un'operazione dettata dall'opportunismo di Gianfranco Fini? E' probabile, ma,
in ogni caso, ha permesso all'Italia di avere una destra democratica di
governo. Alleanza nazionale, nel suo statuto, inoltre ha aperto la strada al
libero mercato e ha chiuso definitivamente con l'antiamericanismo. Ora non
voglio certo fare l'elogio di An, ma questo piccolo excursus storico è
funzionale per capire il passaggio verso il futurismo ed fasciocomunismo di
coloro che hanno seguito Gianfranco Fini.
Spesso si afferma che
solo gli stupidi non cambiano idea, ma cambiarla fino ad arrivare al punto di
sradicare le proprie radici e disorientare totalmente il proprio elettorato è
un peccato imperdonabile. Sui temi etici e sull'immigrazione Fini e i
finiani, a detta loro, si sono allineati alle destre europee e conservatrici,
ma sul tema della giustizia l'antiberlusconismo sta spingendo una forza
politica di destra verso posizioni dipietriste. I finiani rispondono a questa
accusa affermando che loro si ispirano al principio della legalità, tipico
della destra italiana. Ma l'antiberlusconismo di destra può spingersi fino
alla sponsorizzazione di alleanza con gli avversari di una vita: il Partito
democratico, l'Italia dei Valori e Sinistra ecologia e Libertà?
Italo Bocchino, che di
fatto guida il partito, ha ribadito più volte che il simbolo di Futuro e
Libertà non starà mai accanto a quello del Pd, ma i futuristi duri e puri si
sono già esposti in favore delle liste fasciocomuniste. Proprio sul modo
di confrontarsi con le altre forze d'opposizione si è consumato lo strappo
tra Adolfo Urso e Filippo Rossi all'interno della fondazione FareFuturo.
Urso è considerato «una
colomba finiana» che non perde occasione per rimarcare che il perimetro del
Fli è e deve essere il centrodestra e per rimarcare questi principi ha
dato vita all'associazione bipartisan FareItalia, a cui hanno aderito
personalità politiche del terzo polo e del Pdl con lo scopo di riunificare
tutte le aree moderate. Urso ha più volte smentito di voler tornare nel Pdl
ma è stato anche sospettato di aver votato con il governo sulla proposta di
sollevare il conflitto di attribuzione dei poteri sul caso Ruby. Rossi,
invece, è un «falco» favorevole a un'alleanza con i dipietristi e i
democratici: egli, fino a poco tempo fa, dirigeva ffwebmagazine.it, la
rivista online della fondazione finiana, che è stata chiusa proprio da
Urso ufficiosamente per mancanza di fondi, ma in realtà per via delle ormai
insanabili divergenze politiche tra i due. Rossi non si è dato per vinto e,
una volta estromesso dalla fondazione, ha iniziato a collaborare con il Fatto
Quotidiano e ha creato il futurista.it, un quotidiano online che
più di ogni altro ha sponsorizzato la nascita della lista fasciocomunista per
le amministrative di Latina.
Per chi ne fosse
all'oscuro Antonio Pennacchi è l'ultimo vincitore del premio Strega con il
libro «Canale Mussolini», ma ha raggiunto la fama anni fa con «Il
fasciocomunista», un libro autobiografico che racconta il tormentato
passaggio di un giovane dall'Msi all'estrema sinistra. Pennacchi, che nella
sua vita è stato nell'Msi, nel Pci e nel Psi, ora si è invaghito del Fli e
proprio ieri alla Camera ha presentato la lista «Pennacchi per Latina», che
vede come capolista Fabio Granata e lo stesso Filippo Rossi.
Ma la vera partita si
gioca a Milano, dove il Fli al secondo turno appoggerà quasi certamente il
vendoliano Pisapia, sebbene le dichiarazioni ufficiali dei big del
partito non lo confermino. Il principio di fondo che spingerebbe verso questa
scelta è il seguente: come giustifichiamo ai nostri elettori tutta le serie
di strappi avvenuti in questi mesi con il Pdl, il governo e con il premier
a livello nazionale, se poi appoggiamo la Moratti e decretiamo la vittoria di
Berlusconi alle amministrative?
I problemi non si
fermano a Milano, ma arrivano sino alla Campania di Bocchino, dove il partito
si è spaccato perché Enzo Rivellini, segretario regionale del Fli, dopo aver
cercato di ottenere per sè la candidatura a sindaco di Napoli, ha lasciato il
suo incarico per appoggiare il candidato del Pdl, l'imprenditore Gianni
Lettieri. A suo dire il candidato del terzo polo Raimondo Pasquino non
avrebbe alcuna chance di battere il candidato di centrosinistra e il
partito si sarebbe spostato troppo a sinistra. Ma le grandi alleanze dalla
Campania si diffondono fino alla Sardegna, dove l'ex sindaco di Olbia Gianni
Giovannelli, eletto col centrodestra nel 2007, ora si ripresenta come capolista
di un coalizione civica che comprende Pd, Idv, Sel e Terzo Polo e di
conseguenza anche Futuro e Libertà. Queste scelte, come è già stato detto,
sono dettate dall'esigenza di assecondare un elettorato finiano ormai sempre
più antiberlusconiano ma sarà alquanto difficile spiegare agli elettori
la «grande ammucchiata» prevista per le prossime amministrative.
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