venerdì 20 aprile 2012

Le uova a Giannino? Colpa dei conservatori inconsapevoli

di Francesco Curridori tratto da:http://www.fareitaliamag.it/2011/12/02/le-uova-a-giannino/


Conservatori e liberali. Mai come in questo momento queste due categorie ideologiche e ideali tendono a confondersi. La contestazione che ieri ha subito Oscar Giannino alla Statale di Milano è degna del peggior conservatorismo retrogrado di sinistra. Una sinistra che, almeno per quanto riguarda le sue ali estreme e la sua base, ha mal digerito l’esecutivo di Mario Monti, visto come il governo dei banchieri e dei poteri forti. La presentazione della riforma delle pensioni sta già creando malumori all’interno dello stesso Pd e dei sindacati.
Ogni qual volta si prova a dar vita a un dialogo concreto e costruttivo su alcune riforme liberali che l’Italia aspetta da tempo, ci si imbatte sempre nel corporativismo delle caste da un lato e nell’ostruzionismo dei “progressisti” dall’altro. Anche quando si parla di pensioni ci si ritrova davanti alla casta dei sindacati mentre quando si parla di liberalizzazioni o privatizzazioni come nel caso dei servizi pubblici urbani il partito trasversale della spesa pubblica innalza le sue barriere.
Il problema non riguarda solo il rapporto tra i liberali veri e la sinistra conservatrice ma anche quello tra i liberali e l’area politico-culturale del centrodestra. A livello parlamentare, infatti, l’abolizione dell’ordine degli avvocati prevista in una delle varie manovre presentate questa estate dal governo Berlusconi ha visto la resistenza della pletora di deputati-avvocati della precedente maggioranza. Se quindi è uso comune tarpare le ali ai liberali dentro lo stesso centrodestra, non ci si può meravigliare se un gruppo di giovani estremisti di sinistra non danno la parola a un liberale vero come Oscar Giannino. Certo, essere favorevoli all’abbassamento delle tasse e opporsi alla patrimoniale così come predica Giannino può sembrare inusuale e improprio in questo momento ma non permettere neppure che alla Statale di Milano si apra un dibattito sull’euro è quanto di più illiberale ci possa essere.
È proprio in un momento cruciale come questo che non solo si deve aprire il dibattito e il confronto su quali politiche economiche adottare per salvare l’euro e, data l’ampia maggioranza parlamentare, tutte le forze politiche dovrebbero lavorare per creare consenso attorno a queste riforme. Le alternative sono poche: o restare fermi nel proprio conservatorismo, portare l’Italia al default e far crollare l’euro oppure abbandonare l’idea di uno scontro politico-economico con Francia e Germania ed essere protagonisti insieme a loro del salvataggio nostro e dell’Europa.
Ci si potrebbe chiedere: perché il lancio di un paio di uova a un giornalista di ispirazione liberale desta tanto scalpore e tanta preoccupazione? Perché è illiberale e antidemocratico oppure perché può fermare l’attuazione delle riforme chieste dall’Europa? No, nulla di tutto questo. L’aspetto preoccupante è che se manca il dialogo manca la possibilità di favorire il compromesso tra le parti avverse e di creare consenso e senza il consenso diminuiscono le possibilità che certe misure drastiche vengano digerite dall’elettorato. La mancanza di un confronto con la società civile potrebbe ben presto dare maggiore spinta alle pulsioni antieuropeiste e fagocitare l’antipolitica e le forze estreme extraparlamentari. In senso lato, paradossalmente, è più difficile mettere d’accordo una maggioranza composta da oltre 500 deputati che una maggioranza risicata di 316 membri perché sono maggiori gli interessi che ogni singola forza politica deve salvaguardare. Anche un piccolo episodio come quello capitato a Oscar Giannino è quindi la spia di un allarme più generale, di una nuova contrapposizione tra liberali veri e conservatori ‘inconsapevoli’.

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