domenica 12 febbraio 2012

Operazione trasparenza

di Francesco Curridori
giovedì 23 luglio 2009

I sostenitori del ministro Renato Brunetta sul social network «Facebook» ammonatano a ben 55.712 in un anno, mentre è del 57% la fiducia che, secondo l'ultimo sondaggio IPR Marketing, gli italiani ripongono nel suo operato. Un così forte consenso è merito di una politica di rigore nei confronti dei dipendenti della Pubblica Amministrazione, molto spesso considerati dei «fannulloni» agli occhi dei contribuenti, che ricevono dei servizi di qualità inferiore rispetto al loro costo effettivo. Le nuove norme hanno prodotto gli effetti desiderati: i dipendenti statali, nell'arco degli ultimi dodici mesi, hanno lavorato un numero di ore molto più elevato grazie a una riduzione del 38% delle assenze per malattia. Ma la «rivoluzione in corso» del ministro veneziano non si ferma alla lotta contro i «fannulloni», ma è tesa a toccare soprattutto gli sprechi della Pubblica Amministrazione. Il «piano trasparenza», presentato pochi giorni fa prevede, infatti, che siano resi pubblici gli stipendi dei dirigenti, dei dipendenti e dei consulenti dei vari Enti pubblici, molto spesso pagati in modo fin troppo eccessivo o, peggio ancora, per compiti assolutamente inutili.
Il compito del dicastero di Brunetta è quello di occuparsi della Pubblica Amministrazione, ma anche dell'innovazione. Innovazione che non riguarda soltanto la digitalizzazione dei pubblici uffici, ma un nuovo modo di fare politica, di gestire gli statali evitando sprechi e ritardi. Così come si devono tagliare i ponti con la prima Repubblica, quando gli enti statali erano considerati gli uffici di collocamento per ridurre la disoccupazione, allo stesso modo si deve evitare che le consulenze diventino un mezzo per riposizionare politici «trombati». L'operazione trasparenza è a 360 gradi: sul sito del ministero (www.innovazionepa.gov.it) è infatti possibile consultare il tasso d'assenteismo, lo stipendio, il curriculum vitae e persino il recapito telefonico. Un'operazione che riguarda 190 mila dirigenti dei ministeri, degli Enti locali, della sanità e della scuola e che è stata concordata col garante della privacy. Finalmente la trasparenza prevale su una finta riservatezza che molto spesso è un alibi per nascondere gli sprechi. Un'operazione alla quale si dovranno adeguare tutti gli Enti statali, se non vorranno incorrere nelle sanzioni della Corte dei Conti.
Uno degli obiettivi del governo Berlusconi e del ministro Brunetta è appunto operare dei tagli precisi e puntuali della spessa pubblica, senza usare l'accetta come afferma l'opposizione. La speranza è che non si verifichino nuovamente situazioni in cui il Corpo Forestale dello Stato richieda una consulenza per la valutazione di rumori e vibrazioni pari a 2.448 euro, oppure siano spesi 1.432 euro per le tecniche di gestione dello stress per i poliziotti. Questo a dimostrazione del fatto che il problema esiste davvero e che non c'è nulla di ideologico nell'attuare politiche tese a migliorare la qualità della Pubblica Amministrazione, anche perché maggiore è la sua efficienza e maggiori saranno i benefici per i cittadini. I tornelli, le norme sulle assenze per malattia e infine l'«operazione trasparenza» non servono, come alcuni sono portati malignamente a credere, a far assumere al ministro Brunetta la parte di un Grande Fratello che intende controllare i suoi stipendiati come in uno Stato etico o dittatoriale. Questo gli italiani, stanchi dei ritardi della Pubblica Amministrazione e dell'inefficienza degli statali, l'hanno capito e l'auspicio è che lo capiscano anche i tanti amministratori locali di centrosinistra che, anziché remare contro, dovrebbero attuare la «rivoluzione in corso».

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