domenica 12 febbraio 2012

I nodi della Giustizia italiana















di Francesco Curridori
  



martedì 13 ottobre 2009

Processi lenti, pubblici ministeri che fanno i giudici, assenza di meritocrazia. Sono questi i problemi irrisolti della giustizia italiana a cui il governo di Silvio Berlusconi intende porre rimedio. La Corte costituzionale è composta da 5 membri della magistratura, da 3 membri che sono stati nominati rispettivamente da Oscar Luigi Scalfaro, Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano, tutti presidenti della Repubblica appartenenti allo schieramento di centrosinistra, e da 5 membri eletti dal Parlamento, di cui 3 riconducibili al centrodestra e 2 al centrosinistra. Ora, se a questo si aggiunge che dei 24 membri che compongono il Consiglio Superiore della Magistratura ben 13 fanno parte di correnti di centrosinistra o sinistra estrema, 4 sono centristi e solo 2 sono riconducibili al centrodestra, si capisce che esiste un fortissimo sbilanciamento e che il potere giudiziario in Italia non è assolutamente indipendente dal potere politico.
Per risolvere questa anomalia il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha lanciato la proposta di effettuare un sorteggio, una sorta di preselezione tra dieci o 50 candidati per ogni componente da eleggere. Tutto questo per ristabilire un giusto equilibrio tra volontà popolare e rappresentatività nelle istituzioni. Non è pensabile che un Paese che vota centrodestra abbia tutte le istituzioni e tutti i poteri forti gestiti dalla sinistra giustizialista ed illiberale. Senza contare poi che il sistema dell'informazione, guidato in prima linea dal gruppo Repubblica-L'Espresso dell'«imparziale» Carlo De Benedetti, ci mette tutta la sua forza propulsiva per sostenere ogni attacco diretto a Silvio Berlusconi. Gli antiberlusconiani hanno ormai capito che non sono in grado di opporsi al nostro presidente del Consiglio con la normale polemica politica e con una valida alternativa di governo e per questo cercano di attuare una spallata che è riuscita solo nel lontano 1994, quando il primo governo Berlusconi cadde dopo soli sei mesi.
Ora però il clima è diverso, gli italiani hanno capito che c'è un disegno, un complotto teso a mantenere l'attuale status quo e ad impedire una vera riforma della magistratura. I cittadini-elettori che ogni giorno si imbattono nelle storture e nei cavilli della magistratura hanno bene presente i disagi a cui vanno incontro. Il vero problema non è soltanto la lentezza dei processi, ma la reale applicazione della legge. Ci si concentra in interminabili indagini contro Silvio Berlusconi e poi si rilascia un pedofilo un assassino proprio a causa di cavilli tecnici mal interpretati e ingiustamente applicati.
Il fatto gravemente rilevante è che nessun magistrato paga eventuali suoi errori, c'è una totale impunità a causa di un Consiglio della Magistratura troppo accondiscendente verso i propri colleghi. Vi sono scatti di anzianità, ma non esiste alcun controllo sulle ore effettivamente lavorate e nessun criterio veramente meritocratico che consenta di verificare il reale rendimento di ogni giudice e di ogni pubblico ministero. Se il centrodestra sarà compatto potrà attuare quella grande riforma da troppo tempo auspicata e richiesta.

Nessun commento:

Posta un commento