domenica 12 febbraio 2012

Con il maxiemendamento al decreto anticrisi il governo chiude le polemiche



Francesco -Curridori
mercoledì 29 luglio 2009

Pensioni, Abruzzo, colf, scudo fiscale e ponte sullo Stretto. Questi sono solo alcuni dei punti principali del
maxiemendamento al decreto anticrisi su cui le Camere hanno dato voto favorevole. Non si ferma dunque l'impegno costante del governo Berlusconi per far fronte alla peggiore crisi economica mondiale dal 1929. Con quest'ultimo provvedimento vengono spazzate via le polemiche delle ultime settimane sulle colf, sulla questione meridionale e viene recepita anche una direttiva europea che impone l'equiparazione dell'età pensionabile delle donne a quella degli uomini. Sono state smentite le dichiarazioni dell'opposizione secondo cui i terremotati dell'Abruzzo avrebbero pagato di tasca loro la ricostruzione delle loro case. È stato infatti approvato quasi all'unanimità l'ordine del giorno con cui il governo si impegna entro la fine dell'anno a concedere agli abruzzesi la stessa modalità di riscossione delle tasse che nel 1997 fu concessa alle vittime del sisma di Umbria e Marche. La regolarizzazione delle colf e delle badanti, che molto spesso viene osteggiata per ragioni fiscali proprio dalle extracomunitarie che dovrebbero beneficiarne, dovrebbe portare alle casse dello Stato oltre 500 milioni di euro da qui al 2012. Entrate a cui si uniranno i milioni di euro esportati illegalmente che rientreranno in Italia grazie allo scudo fiscale.  Il rilancio del Sud riparte dallo stanziamento di 1,3 miliardi di euro per la realizzazione del ponte di Messina. Il governo risponde con i fatti alle polemiche sul partito del Sud caldeggiato dal governatore della Sicilia Raffaele Lombardo e da alcuni autorevoli esponenti siciliani del centrodestra che lamentano ancora la mancanza dei fondi Fas, i fondi per le aree sottosviluppate. Fondi che il governo ha promesso di ripristinare ma a patto che da parte degli amministratori del Sud vi sia una maggiormente oculata gestione dei soldi pubblici. In sintesi il governo Berlusconi dice no al mantenimento di un sistema assistenziale e clientelare, ma un sì forte e deciso all'avvio definitivo di quelle opere pubbliche di cui il Sud ha tanto bisogno e che sono state fermate dai due anni di governo Prodi.  
Per quanto riguarda le politiche energetiche, il voto della Camera ha eliminato la figura dei commissari straordinari per le procedure di autorizzazione della trasmissione e della distribuzione di energia. Provvedimento, quest'ultimo, che aveva provocato una forte polemica tra Claudio Scaiola, ministro dello Sviluppo economico, Altero Matteoli, ministro delle Infrastrutture, favorevoli ai commissari, e il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, che si era vista «derubata» di una prerogativa del suo dicastero. Rimane inoltre in piedi la necessità per il governo di trovare un accordo con gli enti locali per la costruzione delle centrali nucleari. Si vuole infatti evitare che opere così importanti vengano frenate da egoismi locali che vanno contro l'interesse del Paese, come già successo per l'alta velocità Torino-Lione o i gassificatori in
Campania.  Tra gli altri provvedimenti inseriti nel maxiemendamento del decreto anticrisi c'è l'approvazione bipartisan del ripristino del Fus, fondo unico per lo spettacolo, «almeno ai livelli stabiliti dalla Finanziaria 2007 per i triennio». Vengono così sopite le critiche rivolte al ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi, dagli artisti e dagli attori che hanno protestato davanti a Montecitorio, guidati dall'ex assessore alla cultura di Roma Renato Nicolini, inventore negli anni '70 dell'estate romana, che intendeva rilanciarsi politicamente candidandosi alla segreteria del Partito democratico. Una candidatura, quella di Nicolini, morta sul nascere perché troppo tardiva e improvvisata così come la richiesta di dimissioni del ministro Bondi.

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