giovedì 24 maggio 2012

Guida ragionata alle elezioni amministrative

di Francesco Curridori tratto da: http://www.fareitaliamag.it/2012/05/05/guida-ragionata-alle-elezioni/
Il 6 e 7 maggio più di 7 milioni di italiani saranno chiamati alle urne per eleggere il sindaco in oltre 700 comuni di cui 22 capoluoghi di provincia e quattro di regione: Genova, L’Aquila, Catanzaro e Palermo.
Ecco le sfide più significative:

VERONA è il test più importante per verificare la tenuta della Lega Nord dopo gli ultimi fatti che hanno travolto Bossi e il suo clan familiare. Il leghista Flavio Tosi, sindaco uscente, stavolta si ricandida appoggiato soltanto dalla Lega e da una serie di liste civiche che, dopo una lotta interna al partito, è riuscito ad aggregare attorno a sé per strappare voti al centrodestra. Se riuscirà a vincere bene già al primo turno la Lega avrà salvato la faccia. Particolarità delle elezioni veronesi sul versante moderato è l’alleanza tra il Pdl e il Terzo polo che puntano alla poltrona più alta della città con Luigi Castelletti. Alla sua destra il candidato di Forza Nuova Luca Castellini. Il centrosinistra invece si presenta unito con Michele Bertucco, appoggiato da Pd, Idv, Sel, Fds e da due liste civiche. Alla sua sinistra la candidata del Partito di alternativa comunista Barry Ibrahima. Tra gli altri candidati troviamo: Gianni Benciolini per il Movimento cinque stelle e Patrizia Badii per il PANTO, il Partito Nasional Veneto.
GENOVA è un test in cui ancora una volta il centrodestra dimostra di non sapere sfruttare le momentanee difficoltà dell’avversario e si lascia sfuggire la possibilità di vincere in una storica roccaforte rossa. La vittoria della sinistra è scontata, sia chiaro. La città della lanterna è una roccaforte rossa da decenni e la vittoria del candidato di centrosinistra Marco Doria (sostenuto da: Pd, Idv, Sel, Fds, Psi, dall’Unione dei Consumatori e da due liste civiche) è scontata fin dal primo turno non fosse altro che per la debolezza degli avversari. Partiamo dal principio. Il sindaco uscente Marta Vincenzi ha mal governato, alcuni membri della sua giunta sono stati indagati e ha mal gestito l’emergenza alluvione. Il Pd se n’è accorto e anziché dare per automatica la ricandidatura della Vincenzi ha provveduto a fare le primarie, ma gli è andata male e infatti entrambe le candidate del Pd (la Vincenzi stessa e la senatrice Roberta Pinotti) hanno perso contro l’indipendente Doria che era sostenuto da Sel.
In una situazione del genere il centrodestra avrebbe potuto avere vita facile se avesse presentato per tempo un solo candidato, appoggiato da tutte le forze moderate e invece il Pdl candida Pierluigi Vinai (sostenuto anche dalla Dc e da Città nuove Vinai sindaco, lista che si rifà al movimento della Polverini e da una lista civica), il terzo polo punta su Enrico Musso e la Lega Nord su Edoardo Rixi. Elisabetta De Martini, invece, corre per La Destra. Sarà interessante capire chi otterrà più voti tra il candidato del Pdl Vinai e il senatore Enrico Musso che cinque anni fa era lo sfidante della Vincenzi. Gli altri candidati sono: Paolo Putti (Movimento 5 stelle), Giuliana Sanguineti, Roberto Delogu, Sii Mohamed Kaabour, Simonetta Saveri, Orlando Portento, Giusppe Viscardi, Armando Siri.
PALERMO è sempre una piazza strana dove le naturali alleanze nazionali vengono sistematicamente snaturate. Il Pd si è incartato con le primarie e alla fine, suo malgrado, ha dovuto candidare il “presunto” vincitore, Fabrizio Ferrandelli che gode del supporto di tre liste civiche tra cui una che fa esplicito riferimento a Sel. L’ex sindaco Leoluca Orlando, che alle primarie ha appoggiato la candidatura di Rita Borsellino, ha trovato nei presunti brogli elettorali il pretesto per candidarsi per la quarta volta alla carica di sindaco del capoluogo siciliano. Stavolta è sostenuto dall’Idv, Rifondazione e Verdi. Il Fli, invece ha prima proposto Massimo Costa come candidato del terzo polo e poi gli ha tolto il suo appoggio quando il Pdl, spaesato dopo la disastrosa amministrazione di Diego Cammarata (che si è dovuto dimettere anztitempo lasciando un enorme buco di bilancio), ha deciso di sostenerlo, insieme a Grande Sud di Miccichè. A quel punto Fli, insieme all’Mpa del governatore Lombardo e all’Api di Rutelli, ha puntato su Alessandro Aricò. La peculiarità del Fli siciliano è infatti di aver deciso di non allearsi in nessun caso col Pdl anzi, metaforicamente parlando, se potesse, gli farebbe una vera e propria guerra a colpi di Granata… Per farsi ancora più male le forze moderate di orientamento di centrodestra vedono altri due candidati in lizza: Giuseppe Mauro per l’Adc e Marianna Caronia per Pid, Udeur e tre liste civiche. Il Movimento cinque stelle punta invece su Riccardo Nuti, mentre il Movimento dei forconi schiera Rosella Accardo. Gli altri candidati sono Marco Priulla (Partito comunista dei lavoratori), Tommaso Dragotto e Gioacchino Basile.
PARMA è un’altra città destinata a passare dal centrodestra al centrosinistra. Lo scandalo delle tangenti che ha colpito l’amministrazione dell’ex sindaco Vignali non potrà che produrre questo risultato. La città dal 1997 ad oggi è stata sempre governata dalle forze moderate di centrodestra prima con Elvio Ubaldi per due mandati e poi dal 2007 con Vignali. Ora Ubaldi, dopo aver aderito all’Api, si ripresenta alle urne col terzo polo. Il Pdl, invece, corre con Paolo Buzzi, la Lega con Andrea Zorandi e La Destra con Primo Bocchi. Ben quattro candidati moderati contro il sindaco in pectore, Vincenzo Bernazzoli, presidente della provincia, sostenuto dal Pd, dall’Idv, dalla Lista civica ed ecologista Parma che cambia con Vendola (Sel), dai Comunisti italiani, dall’Unione democratica consumatori pensionati e da due liste civiche. Alla sua sinistra corrono Roberta Roberti per Rifondazione comunista e Liliana Saggiari per il Partito comunista dei lavoratori. Il Movimento cinque stelle che in Emilia ha già ottenuto buoni risultati, schiera Federico Pizzarotti.
IL CASO GORIZIA
La particolarità di Gorizia è quella di essere l’unico capoluogo dove vige ancora un bipolarismo ferreo.
Il sindaco uscente di centrodestra Ettore Romoli è infatti sostenuto dal Popolo di Gorizia (Pdl), dalla Lega Nord, dalla Destra e dal Terzo polo (Udc e Fli), oltre che dai pensionati per Romoli e da una lista civica. Lo sfidante Giuseppe Cingolani si candida con una coalizione composta da Pd, Idv, Sel, Federazione della Sinistra (Prc+Pdci) e da tre liste civiche, mentre il Movimento cinque stelle presenta Manuela Botteghi. Fabrizio Manganelli, infine, è alla guida di una lista civica.
IL NORD
In Piemonte si vota ad Alessandria, ad Asti e a Cuneo. Nei primi due capoluoghi i sindaci uscenti di centrodestra Piercamillo Fabbio e Giorgio Galvagno si ripresentano ma stavolta senza il supporto dell’Udc e della Lega Nord che corre da sola in tutte e tre le città. Nemmeno il terzo polo però se la passa bene: ad Alessandria Udc e Fli candidano Giovanni Barosini, mentre l’Api schiera Onofrio Vignuolo. A Cuneo (comune con un’amministrazione uscente di centrosinistra) il Fli corre con Mario Castellino e l’Udc con Federico Borgna. Ad Asti l’Udc ripropone nuovamente la candidatura di Davide Arri. Ad Alessandria il centrosinistra, coalizzato secondo i canoni elettorali della foto di Vasto, appoggia Maria Rita Rossa ma si trova come ostacolo la candidatura indipendente dell’ex sindaco Mara Scagni che pochi mesi fa ha lasciato il Pd. Anche ad Asti il fulcro della coalizione di centrosinistra che sostiene Fabrizio Brignolo è composto da Pd, Idv e Sel ma la Federazione della Sinistra corre da sola con Giovanni Pensabene. Solo a Cuneo il candidato di centrosinistra Pierluigi Garelli non ha antagonisti alla sua sinistra ma il centrodestra, come abbiamo visto, è diviso rispetto a cinque anni fa ed è solo il Pdl ad appoggiare Marco Bertone. La Destra ad Asti appoggia il candidato del Pdl, mentre ad Alessandria corre da sola con Claudio Prigione.
In Lombardia si vota a Como e a Monza, entrambe amministrate dal centrodestra. A Como le primarie nel centrodestra hanno causato una spaccatura che ha prodotto, da un lato la candidatura di Laura Bordoli e dall’altro la corsa solitaria dell’ex assessore Sergio Gabbi con una lista dal nome molto evocativo: FORZA – Sergio Gaddi sindaco cambia – COMO. Corsa solitaria anche per Lega Nord e La Destra con Alberto Mascetti e Roberto Colussi. Anche il terzo polo è spaccato: l’Udc corre da sola con David D’Ambrosio, Fli e Movimento Autonomo per Como (Mpa), con due liste civiche, candidano Mario Pastore. Stessa cosa per il centrosinistra che si divide addirittura in tre: Mario Lucini si presenta con la coalizione-tipo composta da Pd, Idv e Sel, Elisabetta Patelli corre per i Verdi e Donato Supino per Sinistra per Como. Tra gli altri candidati da notare la partecipazione dell’ex calciatore Pietro Vierchowod. A Monza la spaccatura del centrodestra si ripete. Mentre cinque anni fa il sindaco uscente Marco Mariani era appoggiato da tutte le forze classiche che dal 1994 al 2006 avevano composto il centrodestra, ora si ricandida col solo supporto della Lega Nord e di una lista civica. Il Pdl e La Destra schierano infatti Andrea Mandelli. Un solo terzo polo, due partiti e due Anna candidate. Così si potrebbe sintetizzare la sorte dell’Udc e del Fli monzese che candidano rispettivamente Anna Martinelli e Anna Mancuso. Amedeo Santoro è invece il candidato sindaco per la Lega Lombardo veneta. La foto di Vasto produce i suoi effetti anche a Monza dove Roberto Scanagatti è il candidato di Pd, Idv, Sel, Fds e di due liste civiche. Alla sua sinistra il “verde” Attilio Tagliabue e per i grillini scende in campo Nicola Emanuela Fuggetta.
In Veneto, oltre che a Verona (di cui si è già scritto), si vota anche a Belluno dove il sindaco uscente Antonio Padre si ricandida col supporto del solo Pdl e di due liste civiche, mentre Lega Nord-Liga veneta, La Destra e l’Udc presentano ognuno un proprio candidato e nell’ordine si tratta di: Leonardo Colle, Francesco La Grua e Ida Bortoluzzi. Claudia Bettiol è la candidata di Pd, Idv e una lista civica. Riuscirà a battere il centrodestra o il candidato del Movimento cinque stelle Andrea Lanari le ruberà i voti necessari?
In Liguria, oltre alla già citata Genova, si vota a La Spezia, dove il sindaco uscente Massimo Federici si ricandida con una coalizione che non solo si rifà alla foto di Vasto (Pd, Idv e Sel) ma allarga i suoi orizzonti fino a comprendere Fds, Udc e due liste civiche. Il centrodestra è spaccato in 5: il Pdl punta su Fiammetta Chiarandini, la Lega Nord su Giancarlo Di Vizia e La Destra su Massimiliano Mammi, mentre Gaetano Russo corre per la Dc e per Città nuove (Polverini). Loriano Isolabella invece si candida con il sostegno di Spezia attiva-MPA e di due liste civiche. Tra i candidati minori troviamo: Iva Mirenda (Movimento cinque stelle), Mauro Di Spigna (No euro), Sandro Sanservero, Roberto Quber, Paolo Pazzaglia, Marco Tarabugi, Giulio Guerri e Fabio Cenerini.
In Emilia, oltre che a Parma, si vota anche a Piacenza dove il Pd si affida a Paolo Dosi, sostenuto anche dall’Idv e da due liste civiche. Anche qui, come a Como, si trova sia la sigla Pdl sia la dicitura Forza Piacenza, sigla usata da coloro che non si rassegnano alla fine dell’alleanza con la Lega Nord e hanno deciso di appoggiare il leghista Massimo Polledri. Il Pdl invece sostiene Andrea Paparo.. L’Udc schiera Pierpaolo Gallini e il Movimento cinque stelle Mirta Quagliaroli.
CENTRO
In Toscana la sfida più interessante è senza dubbio quella della democristiana Lucca, città governata dal centrodestra dal 1998. Il sindaco uscente Mauro Favilla, che si è dovuto dimettere a seguito di uno scandalo, si ripresenta col sostegno del Pdl e di quattro liste civiche. Il più volte sindaco democristiano Pietro Fazzi (78 anni) si ricandida con l’Udc, mentre la Lega sostiene Antonio Trapani. Il centrosinistra presenta Alessandro Tambellini, appoggiato da Pd, Idv, Sel, Fds e da una lista civica.
A Pistoia, invece, il centrosinistra avrà anche stavolta vita facile con la candidatura di Samuele Bertinelli sostenuto da Pd, Sel, Idv, Fds, Verdi e da tre liste civiche. Alla sua sinistra estrema Mario Capecchi corre per il Partito comunista dei lavoratori. Il Pdl schiera Anna Maria Ida Celesti, mentre la Lega Nord presenta Daniela Simonato. Alessio Bartolomei è il candidato del terzo polo. Il Movimento cinque stelle punta invece su Giacomo Del Bino.
Nel Lazio si vota a Rieti e a Frosinone. Interessante notare come le molte crepe del centrodestra reatino, che governa la città dall’inizio della Seconda Repubblica, favoriscano nettamente il candidato di sinistra Simone Pietrangeli. Il Pdl non ripropone il sindaco uscente Antonio Emili (che però si ricandida con La Destra e il Grande Sud di Miccichè) ma si affida ad Antonio Perelli che può godere anche del sostegno di Fiamma Tricolore, Destra sociale, Pri e Città nuove. Il terzo polo è diviso in due tronconi: Silvio Gherardi (Udc, Adc e altri) e Dominco Marieri per l’Mpa, mentre l’Api sostiene Pietrangeli.
A Frosinone invece la spaccatura più evidente è tra la sinistra moderata e la sinistra estrema. Il sindaco uscente del Pd Michele Marini, infatti, è alleato con l’Udc, il terzo polo e i cattolici di Mario Baccini. Alla sua sinistra altri due candidati: Domenico Marzi per l’Idv e Marina Kovari per Rifondazione comunista e Sel. Lo sfidante di centrodestra è Nicola Ottaviani che può contare sul sostegno del Pdl, di Città nuove con te, dell’Udeur e di sei liste civiche. Alla sua destra troviamo Sergio Arduini per Fiamma Frusino – Destra sociale per Frosinone. Il Movimento cinque stelle invece punta su Enrica Segneri.
In Abruzzo si vota solo a L’Aquila dove il sindaco uscente Massimo Cialente si ripresenta alle urne con Pd, Api, Fds, Sel e con due liste civiche. Alla sua sinistra si posiziona il candidato dell’Italia dei Valori e di una lista civica Angelo Mancini. Lo sfidante di centrodestra è Pierluigi Properzi che può contare sul sopporto del Pdl e di una lista civica. Il terzo polo è spaccato: Giorgio De Matteis corre per l’Mpa Abruzzo, l’Udc, l’Udeur e quattro liste civiche, mentre il Fli corre da solo con Enrico Verini. Rosetta Enza Blundo è la candidata del Movimento cinque stelle. Ovviamente qui è data per scontata la rielezione di Cialente.
In Molise si vota solo ad Isernia, dove l’amministrazione uscente è di centrodestra. Qui le spaccature sonio minori rispetto agli altri centri perché ad esclusione del Fli che presenta la candidatura di Raffaele Mauro, il centrodestra schiera Rosa Iorio che guida un’ampia coalizione composta da: Pdl, Udc, Adc, Pensionati, Grande Sud, Udeur e da due liste civiche. Il centrosinistra ha come candidato unico Ugo De Vivo e anche in questo caso si ripete lo schema di Vasto.
SUD
In Puglia si vota a Brindisi, Lecce, Taranto e Trani. Brindisi torna al voto dopo le dimissioni dell’ex sindaco Domenico Mennitti che ha lasciato la politica per motivi di salute. Qui il centrodestra riesce a presentare un solo candidato, appoggiato anche da Fli e Mpa. Trattasi di Mauro D’Attis, mentre l’Udc sostiene il candidato di Pdl, Verdi, Api e Pri. Sel, Idv e Fds, invece candidano Giovanni Brigante.
A Lecce il favorito sembra essere il sindaco uscente Paolo Perrone che si ricandida con Pdl, Io Sud-Grande Sud, Fli e altre cinque liste civiche. L’Udc invece punta su Luigi Melica. Il centrosinistra schiera Loredana Capone che guida un’alleanza composta da Pd, Idv, Psi e da quattro liste civiche. Alla sua sinistra Andrea Valerini si presenta per Alternativa comunista.
Taranto è l’unico dei tre comuni con un sindaco uscente di centrosinistra. Trattasi di Stefano Ippazio, eletto cinque anni fa con Rifondazione comunista e ora iscritto a Sel. A differenza del 2007, ora Ippazio può contare sull’appoggio anche delle forze riformiste (Pd, Idv) ma anche di quelle cattoliche quali Udc, Api e Udeur. I Verdi invece schierano il leader nazionale Angelo Bonelli, mentre la Fds punta su Dante Capriulo. Il Pdl, insieme a una lista civica vicina al Fli, punta su Filippo Condemi che molto probabilmente sarà penalizzato dalla candidatura di Mario Cito sostenuto da La Destra, Fiamma Tricolore e quattro liste civiche. Io Sud corre da sola con Massimiliano Di Cuia. Ultimo frammento della galassia del centrodestra tarantino è Felicia Brittito, la candidata del Movimento politico Schittulli che fa riferimento all’attuale presidente di centrodestra della provincia di Bari.
Trani, governata dal centrodestra dal 2003, vede la presenza di due candidati di sinistra e di un candidato unico per il centrodestra, Luigi Nicola Riserbato. La particolarità di Trani è che 2/3 (Udc e Fli) del polo centrista appoggiano il candidato di centrosinistra Ugo Operamolla, mentre l’Api e l’Fds puntano su Fabrizio Ferrante.
In Calabria si ritorna al voto, dopo due anni, solo a Catanzaro dove il sindaco di centrodestra Michele Traversa si è dovuto dimetter per incompatibilità con la carica di deputato nazionale. Al suo posto il Pdl ricandida l’ex sindaco Sergio Abramo che guida una coalizione che include Adc, Api, Udeur, Pri e Nuovo Psi. L’Udc, il Fli e l’Mpa candidano Giuseppe Celi, mentre il centrosinistra schiera Salvatore Scalzo, appoggiato da: Pd, Idv, Sel, Fds, Psi.
ISOLE
In Sicilia, oltre che a Palermo, si vota anche ad Agrigento e a Trapani. Ad Agrigento il poliedrico Michele Zambuto, dopo essere uscito dall’Udc e dopo essere stato eletto cinque anni fa col centrosinistra, non pago di aver preso la tessera del Pdl, ora ritorna nell’Udc e si ricandida a sindaco della città. Il Fli e l’Mpa di Lombardo si schierano con la candidata del Pd Maria Lo Bello. Il centrodestra schiera invece Salvatore Pennica. A Trapani, città governata dal 1998 dal centrodestra, in quattro si giocano la poltrona di sindaco. Il Pdl schiera Vito Damiano, mentre stavolta il Grande Sud di Miccichè si allea col terzo polo per appoggiare Giuseppe Maurici. Il centrosinistra da un lato schiera Sabrina Rocca, appoggiata da Pd e Sel. L’ Idv e Fds schierano Giuseppe Caradonna, mentre Vincenzo Maurizio Marrone D’Alberti guida i Verdi.
In Sardegna invece si vota per 10 referendum di cui 5 abrogativi e 5 consultivi riguardanti: l’abolizione delle province, l’elezione di un’assemblea costituente per riformare lo statuto, l’elezione diretta del presidente della Regione e la riduzione del numero dei consiglieri regionali.

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