giovedì 24 maggio 2012

Chi vince, chi perde, chi crede di aver vinto

Finiti i secondi tempi del torneo primaverile di questo 2012, è ora di fare un bilancio conclusivo per analizzare chi ha vinto e chi ha perso queste amministrative.
A livello di “coalizioni”, ammesso che nella fase conclusiva della Seconda Repubblica si possa ancora fare una simile distinzione, il centrosinistra ha ribaltato la situazione portando a 18 le vittorie laddove cinque anni fa 18 erano state le sconfitte. Ha sicuramente perso il centrodestra che, presentandosi diviso quasi ovunque, è stato dapprima escluso dai ballottaggi più importanti e alla resa dei conti ha vinto solo in sei capoluoghi. La Lega vince solo a Verona e per il resto sparisce dal Nord (a parte qualche buon risultato in Veneto al primo turno). Il Terzo polo ne esce con le ossa rotte ma con l’Udc in buona salute. Il Movimento 5 stelle stravince a Parma e vince in altri tre comuni.
A livello di partiti la situazione è un po’ più complessa:
Il Pdl, oltre una cocente sconfitta sia al primo che al secondo turno, subisce un fenomeno di meridionalizzazione della rappresentanza, ovvero sparisce dal Nord Italia. A parte la riconferma di Gorizia, le altre cinque vittorie sono tutte al centro sud e forse non è un caso che proprio il capoluogo friulano sia l’unico in cui il Pdl si presentava unito non solo alla Lega Nord ma anche all’Udc. Gorizia è infatti l’unico caso in cui si sono schierate l’una contro l’altra le coalizioni classiche che si sono scontrate per quasi tutta la Seconda Repubblica. Segno questo che al Nord, senza la Lega, il centrodestra perde.
Le altre vittorie sono state conseguite a Lecce e a Catanzaro (dove i risultati sono tutt’ora contestati dal centrosinistra) al primo turno e a Trani, Trapani e Frosinone, unico capoluogo strappato al centrosinistra. Da segnalare inoltre che anche la vittoria di Trapani è un caso isolato in una Sicilia dove il segretario Alfano perde in casa. In tutti e cinque i casi, poi,  il Pdl non era alleato con l’Udc, ma nella maggior parte dei capoluoghi l’assenza del partito di Casini è stata determinante per decretare la sconfitta del centrodestra.
L’Udc vince ad Agrigento con l’ondivago Zambuto che ottiene la riconferma a sindaco col 75% e a Cuneo dove Borgna batte il candidato del Pd 60 a 40, mentre perde i ballottaggi di Lucca, L’Aquila e Genova dove comunque Enrico Musso passa dal 15 al 40%. Un altro dato non indifferente è che sebbene il Terzo polo sia un progetto ormai accantonato e in termini percentuali l’Udc non sfonda resta determinante per il futuro centrodestra. La mancata alleanza con l’Udc infatti ha precluso al Pdl di andare al ballottaggio a: Genova, L’Aquila, Palermo, Parma, Lucca e di vincere al primo turno a Rieti.
La Lega Nord perde 7 ballottaggi su 7 e secondo le ultime stime sarebbe scesa al 5-6% a livello nazionale, a fronte di un quasi 13% ottenuto alle regionali. L’unico caso in cui i leghisti hanno vinto è Verona con Flavio Tosi che per assicurarsi la riconferma ha cercato ed ottenuto l’appoggio di liste civiche nelle quali si sono presentati esponenti “dissidenti” del Pdl e della vecchia maggioranza.
Il Pd canta vittoria perché il centrosinistra vince nettamente sugli avversari, in termini percentuali tiene ed è il primo partito italiano ma se si analizzano i singoli casi si può notare come si tratti di una “vittoria mutilata”. L’unico capoluogo di regione in cui il Pd vince col proprio candidato è a L’Aquila dove Cialente ottiene la riconferma al secondo turno, mentre a Palermo Ferrandelli ottiene meno del 30% e a Catanzaro, anche se di pochissimo, aveva già perso al primo turno.
La sconfitta più cocente è però sicuramente quella di Parma dove il presidente della provincia Bernazzoli, che partiva con un vantaggio di 20 punti percentuali, subisce una sonora sconfitta dal grillino Pizzarotti il quale invecelo batte con 20 punti di distacco. Le altre sconfitte scottanti si sono verificate: al primo turno a Lecce, Gorizia e Verona (dove il proprio candidato si è fermato al 22%) e al ballottaggio a Frosinone contro il centrodestra, a Cuneo contro l’Udc e a Belluno contro una lista civica guidata dall’ex capogruppo del Pd in consiglio comunale. In totale sono nove i candidati democratici che non hanno bissato la vittoria, mentre vittorie importanti si sono registrate in alcune roccaforti del centrodestra come Cuneo, Monza, Isernia, Brindisi, Lucca, oltre che ad Asti e Alessandria.
Nelle altre sfide il centrosinistra ha vinto ma con candidati estranei al Pd. È successo a Genova, Rieti e Taranto dove i candidati sindaci vittoriosi sono tutti ascrivibili a Sel. A Palermo, infine c’è la vittoria tutta personale di Leoluca Orlando che viene eletto col 72% con l’appoggio dell’Idv e di Sel, due partiti che insieme al primo turno hanno preso il 19%.

di Francesco Curridori tratto da: 
http://www.thefrontpage.it/2012/05/23/chi-vince-chi-perde-chi-crede-di-aver-vinto/

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